Raccogliere la storia gastronomica del Piemonte in dieci piatti tradizionali non è semplice. Ma per chi è interessato a scoprire alcuni piatti di questa magnifica terra ma non è un esperto di cibo, ecco una guida ai dieci piatti tradizionali piemontesi che devi assolutamente provare.
1. Vitello Tonnato (vai anche al link di Leo Rieser): questo antipasto fresco e gustoso è un mix di sottili fette di vitello con una salsa a base di tonno e acciughe. A Torino c’è anche un ristorante che porta il suo nome alla francese:
2. Agnolotti del Plin (o ravioli del Plin): è uno dei piatti icone del Piemonte. Sono ripieni di carne e sono appunto un pilastro della cucina piemontese. Serviti con burro fuso e salvia, il termine dialettale “plin” (pizzicotto) fa riferimento al modo in cui si chiude il ripieno all’interno della pasta fresca, pizzicandone delicatamente le estremità. Tra le curiosità, c’è quella dell’antica usanza di consumare i ravioli Plin al tovagliolo:
3. Risotto al Barolo: il Barolo è ovviamente uno dei vini più celebri del Piemonte, e questo risotto lo utilizza per creare un sapore intenso e inconfondibile:
4. Bollito Misto: un piatto sostanzioso per gli amanti della carne, con differenti tagli di carne bollita serviti con salse e contorni locali. Dove mangiarlo a Torino? Ovviamente al San Giors. La città di Carrù è indissolubilmente legata al piatto grazie alla Fiera del Bue Grasso. E a Biella dove trovare la migliore carne per cucinarlo?:
Il Bollito Misto alla piemontese è un secondo piatto costituito da vari tagli di carne che vengono fatti bollire a lungo e serviti con l’aggiunta di verdure e le immancabili salse. La preparazione della ricetta storica prevede sette tagli di carne:
5. Tajarin al Tartufo: i Tajarin sono sottili tagliatelle fatte in casa, spesso servite con il pregiato tartufo bianco d’Alba, altro fiore all’occhiello del Piemonte:
6. Fonduta Piemontese: Fusa con fontina locale, la fonduta è un comfort-food invernale che scalda il cuore:
7. Bagna Càuda: un piatto sociale perfetto per l’inverno, in cui verdure fresche vengono intinte in una salsa calda di aglio, acciughe e olio d’oliva. A Torino Casa Vicina ha re-interpreato questo piatto iconico creando un proprio e vero food-brand.
8. Fritto Misto alla Piemontese: una varietà di ingredienti fritti, come carne, verdure e dolci, per un piatto unico e delizioso. Molte regioni italiane hanno la propria “formula” quando si parla di fritto misto.
A parte quello, amatissimo, di pesce, ci sono delle versioni di terra molto interessanti. Ma il più ricco è appunto quello piemontese che secondo le regole tradizionali, dovrebbe comporsi di ben diciotto portate, salate e dolci. Quando era consuetudine macellare le bestie in casa e gli scarti e le parti meno nobili di questi animali, queste diventavano una ricetta piena di gusto e perfetta per la convivialità:
9. Panna Cotta: un dolce delicato e cremoso che si abbina perfettamente ai frutti di bosco locali.
10. Zabajone: un dolce avvolgente a base di tuorlo d’uovo, zucchero e vino, spesso servito caldo. Si mettono in un recipiente di rame a fondo concavo, per ogni rosso d’uovo, un cucchiaio di zucchero e uno di vino Moscato. Si pone il recipiente in un altro più grande che contenga acqua calda, si porta ogni cosa sul fuoco e girando il frullino fra le mani si incomincia a lavorare lo zabajone:
Il Piemonte offre una vasta gamma di sapori e tradizioni che rispecchiano la ricchezza della sua terra.
Dai vini famosi ai formaggi, dalla carne alle verdure, ogni piatto racconta una storia e rappresenta un pezzo della cultura. Questa guida ai dieci piatti tradizionali piemontesi offre un’ottima introduzione per chiunque voglia avvicinarsi a questa incredibile cucina.
E la materia prima? Dal tartufo al peperone sono molte le icone agricole presenti. Con ben 37 Presidi Slow Food.
La panissa vercellese racchiude tutte i sapori della tradizione contadina piemontese: il riso, i fagioli freschi e salame della duja, un tipico salume che viene lasciato stagionare in un recipiente di terracotta riempito di strutto. Per preparare la panissa vercellese bisogna versare in una grande pentola l’acqua, mezza cipolla (conservate l’altra metà per la cottura del riso), una costa di sedano, una foglia di alloro, 4 grani di pepe nero, e i fagioli freschi.
Originariamente nato come piatto del dì d’la festa, cioè il piatto della domenica, la sera prima i fagioli venivano lasciati ammorbidire nell’acqua per attendere l’indomani mattina la preparazione del soffritto con cipolla e salame duja.
Pare che l’inventore di questa ricetta fosse un risicoltore che per compensare il duro lavoro dei mondarisi creò un piatto caldo, sostanzioso e nutriente: infatti la prima ricetta era semplicemente a base di riso appena cotto e fagioli riscaldati nel lardo.
In piemontese “vaso, contenitore, recipiente, orcio”, la doja dal latino dolium è il boccale di terracotta nel quale immerso nello strutto fuso il salume d’la doja dal sapore forte e piccante (sotto grasso Novara, Biella, Vercelli) si conserva per la maturazione, a cui segue la stagionatura di un anno.