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Il fenomeno Fassoneria: la carne piemontese in franchising

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Il marchio Fassoneria l’abbiamo visto prima nascere, poi evolversi ed infine diventare un fenomeno nazionale dall’alto potenziale.

Partendo per una volta dal Torino e dal Piemonte e non dalla vicina Lombardia.

L’idea di un giovane imprenditore, Fabrizio Bocca, sposata da una grande realtà come Compral è diventata così un’impresa in franchising.

Fassoneria conta undici locali in tutta Italia, dove si può gustare solo carne di razza Fassona, tra le più pregiate del Piemonte.

L’idea è appunto Fabrizio Bocca, che a Torino nel 2013 apre la prima hamburgeria.

Quel progetto è cresciuto, e nel 2017 ha fatto un salto di qualità diventando un franchising. Ultime aperture a Recco e Potenza.

Sono venti gli hamburger gourmet proposti nel menù, dal classico con carne, insalata e pomodoro alle varianti con melanzana e menta, formaggio di capra, o taleggio, granella di nocciole, peperoncino.

Ma l’offerta della Fassoneria si allarga alla ristorazione, con una proposta di antipasti, secondi e primi creati per valorizzare la carne piemontese e la stagionalità di alcuni prodotti, il brasato d’inverno, l’insalata di bollito l’estate.

Rigorosamente con servizio al tavolo.

Fassoneria: il rapporto con Compral

Il punto di forza del progetto è la filiera della carne, visto che partner societario di Fassoneria è Compral, cooperativa costituita da 200 allevatori di razza Fassona.

Dall’incontro di Fabrizio Bocca e Bartolomeo Bovetti di Compral, nasce appunto l’idea di far diventare grandi questo format. E renderlo di fatto un Ambasciata del made in Piemonte.

“La collaborazione con Compral, che prosegue ormai con grande soddisfazione nella gestione del brand Fassoneria, ci ha portato ad approfittare della disponibilità di diversi tagli di Fassona. Perché limitarsi solo agli hamburger? – spiega Bocca – abbiamo quindi deciso di ampliare la carta, dando più spazio ad altri prodotti di Fassona, tagli più pregiati che amplino il concetto di semplice hamburgeria e ci rendano un punto di riferimento per la carne di qualità”.

Fassoneria: le condizioni del Franchising

La fee d’ingresso parte da 15.000€ con una royalty annuale, in cambio di progettazione degli spazi, formazione, know-how, supervisione e affiancamento nella fase iniziale di apertura del locale.

Fra le aperture più interessanti la Fassoneria di Cagliari e la scommessa del locale a Rho.

“L’Europa potrebbe essere un’idea, compatibile con il fatto – spiega Bocca – che usiamo carne fresca trasportata sotto vuoto”.

La Fassoneria sfrutta  il trend del panino-hamburger gourmet, di eccellenza, che vede il Piemonte sempre più protagonista grazie alle esperienze avviate ad esempio dall’Hamburgheria di Eataly o dalla rete di M**Bun, forti di una filiera controllata e di un patrimonio di carni di qualità.

Fassoneria

Fassoneria si avvicina alla cocktelleria

Però la forza di un format è la sperimentazione. Proprio in questa ottica in Fassoneria arrivano i “cocktail di razza”: per la prima volta, l’hamburgeria di carne 100% Fassona proporrà in maniera stabile l’abbinamento tra panini e cocktail.

Il cocktail menu, pensato per una proposta di miscelati di qualità, proporrà ai clienti delle Fassonerie italiane tre tipologie di drink:

– L’Aperitivo di Razza (7€);

– Il Fine serata di Razza (8€);

– Il Ginepro di Razza (una selezione di gin tonic con tante botaniche tra cui scegliere, 9€).

Una novità che punta ad allargare ulteriormente il pubblico delle Fassonerie, ampliando l’orario di proposte al prima e al dopo cena e offrendo ai clienti un abbinamento originale e inusuale da
provare insieme agli hamburger di razza da sempre proposti dal locale.

I cocktail proposti, realizzati in collaborazione con esperti di mixology, sono un omaggio alla
tradizione torinese, come si evince dai nomi.

“Un Americano a Torino” è il cocktail a base di vermouth rosso, bitter, chinotto mentre “Sotto la Mole” è un drink con vermouth rosso, bitter, gin o ancora e “Il Mulo della Mole” è una variante del Moscow Mule con vermouth rosso, ginger beer e succo di limone.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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