Gli eventi del vino sono da ripensare? Le grandi Fiere internazionali e nazionali portano ancora valore?
In un’intervista il Presidente riconfermato del Consorzio di Tutela del Barolo Matteo Ascheri lancia una riflessione.
L’attenzione si concentra sugli eventi del vino, che tornano a fissare nuove date. Diversi appuntamenti in programma tra cui Vinitaly Special Edition e la Milano Wine Week.
Ma Matteo Ascheri è chiaro: “personalmente credo sia ora di fermarsi un attimo a riflettere e ripensare al concetto delle fiere del vino così come le conosciamo”.
Il Presidente rincare la dose: “in questi quasi due anni senza fiere molti dei nostri produttori hanno venduto la stessa quantità di vino, se non di più, nonostante l’assenza di eventi. Questo dovrebbe farci capire che il format è stato molto utile in passato, ma ora dimostra segni di stanchezza. E che non sono tanto i produttori ad avere bisogno delle fiere quanto il contrario”.
Il Consorzio presieduto da Ascheri non parteciperà dunque agli eventi 2021 del vino.
Confermata invece la presenza d eventi del territorio, come per esempio Collisioni.
Un cambio di rotta dovuto ad opinioni personali ed esperienze poco felici o in effetti, a livello di vendite e fatturato, molte aziende non vedono valore creato?
Le Fiere costano e pesano, e sono spesso un rito. Negli ultimi anni, c’è da dire, gli eventi del vino si sono moltiplicati e non solo in Italia.
Tanti format vanno effettivamente ripensati o fatti morire. E molte aziende di differenti dimensioni iniziano a preferire investimenti mirati sull’hospitality e sull’enoturismo.
Campanello d’allare per gli organizzatori di questi blockbuster?
Ad ottobre 2020 lo stesso Matteo Ascheri aveva però lanciato l’idea di un evento chiamato Piemonte Grapes, verticale sul vino autoctono regionale.
Forse c’è la voglia di eventi territoriali più focalizzati, senza generalizzazioni e grosse macchine organizzative. Ma la vera domanda è sempre quella, si fa ancora business in Fiera?
Ad ottobre ci sarà la prima Milano Wine Week in presenza post Covid-19, con aziende e Consorzi che faranno le loro riflessioni post evento.
Con 10.000 ettari di vigneti, 527 cantine associate e 10 denominazioni tutelate, il Consorzio di Tutela del Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani rappresenta una delle realtà più significative del vino italiano.
Nei primi cinque mesi del 2021 le denominazioni hanno registrato risultati molto buoni, con un +19,7% sull’imbottigliato e punte del 26-28% per Barolo e Barbaresco.
Nel 2021, per dar vita a misure di sostegno ai produttori, il Consorzio ha anche attivato una collaborazione con IntesaSanPaolo.