Cannavacciuolo a Novara fra chiusura e trasferimento.
La conferma dall’assessora al Commercio, Marina Chiarelli: “Tra il Comune e l’azienda ci sono state delle interlocuzioni. Si sa che è in corso una trattativa per modificare la proposta o per la cessione a un marchio noto di pari livello. Entrambe sono soluzioni ragionevoli. Se l’azienda dovesse comunicare alla Fondazione Teatro Coccia – proprietaria dell’immobile – il recesso, sono certa che ci sarebbero altri soggetti interessati. Nel 2015, quando il Gruppo ha aperto i battenti a Novara, ha fatto un investimento da 1 milione di euro per la ristrutturazione: un passo indietro in questo momento non sarebbe comunque conveniente. Per questo motivo penso che la risoluzione si concretizzerà a breve”.
Affitti alti e l’addio di Vincenzo Manicone hanno de-potenziato il progetto, creando non pochi malumori in città.
A farsi portavoce del malcontento della fondazione è il presidente Fabio Ravanelli, che ha fatto sapere di non aver avuto nessuna comunicazione ufficiale, ma di aspettarsi al più presto una decisione.
Il problema – spiega Ravanelli – non è solo commerciale, ma di decoro cittadino: la Fondazione ammette infatti di aver continuato regolarmente a ricevere il canone di affitto concordato con Cannavacciuolo (3.500 euro al mese).
“Ma il Teatro Coccia rappresenta con il suo porticato, uno degli angoli più prestigiosi della città, ed è un peccato – dice Ravanelli – vedere questo spazio con le serrande abbassate, quando invece andrebbe valorizzato”.
“Sono un imprenditore – ha dichiarato il presidente della Fondazione- e capisco bene che assumere decisioni importanti richieda talvolta un tempo non brevissimo. Ma da novarese e da presidente della Fondazione Coccia non posso che auspicare scelte rapide: quella vetrina chiusa non si può vedere, e anche il teatro ne risente. Abbiamo inaugurato la stagione a metà gennaio con il locale fermo, e non è stato bellissimo”.
Ma in questi giorni è intervenuto anche il Sindaco di Novara, Alessandro Canelli. Dopo una telefonata con lo Chef le risposte però non sono chiare. O meglio, tirando le somme rimangono sul tavolo tre ipotesi: