Birrifici artigianali in crisi? Ne avevamo parlato già a marzo e aprile 2020.
Un articolo su Italia Oggi a firma Emanuele Scarci ripropone l’argomento.
Il Consorzio Birra Italiana attraverso Coldiretti chiede la sospensione delle accise o la conversione in credito di imposta.
Nella legge di Bilancio 2021 arriveranno 10 milioni euro a sostegno delle filiere agricole minori, ma Cia e Unionbirrai chiedono una riduzione IVA e un sostegno per la ristorazione che acquista prodotto sfuso.
Veniamo ai numeri del comparto che mette i birrifici artigianali in crisi: 1.008 imprese (il 4% del mercato nazionale a valore per 250 milioni euro) danno lavoro a 3.500 addetti diretti.
Una filiera ancora piccola ma centrale per il sistema culturale italiano del beverage.
Nel 2020, il comparto perde il 40% rispetto al 2019 contro il 25% dell’industriale che però può contare su grandi gruppi multinazionali alle spalle.
Con il 30% degli operatori Ho.Re.Ca. a rischio chiusura o crisi, la filiera del luppolo soffre di invenduto e molti birrifici deboli finanziariamente possono saltare.
Dino Scanavino, presidente di CIA e Direttore generale di Unionbirrai, propone concretamente un codice ATECO dedicato ai birrifici artigianali.
Il Consorzio Birra Italiana (grazie a Baladin rappresenta il 45% della produzione italiana di luppolo) identifica nel rapporto fra filiera agricola e birrifici la chiave della ripresa italiana.
Il punto di sostenibilità per il luppolo italiano è arrivare a 28/30 euro al kg.
Sempre il Consorzio Birra Italiana ha veicolato dentro Eataly 36 referenze di birre artigianali italiane.
Ma la vera novità è l’arrivo della prima birra artigianale di filiera a marchio Coop.