Stampa e magazine online (qui Intravino) hanno annunciato che la famiglia Vietti (produttori di Barolo a Castiglione Faletto) ha venduto cantina, marchio e fondo alla famiglia americana Krause.
Kyle J. Krause, CEO del gruppo con base in Iowa, è già il gestore della Enrico Serafino (comprata dal gruppo Campari per 6,1 milioni€) ed è l’ideatore di un piano strategico di integrazione in una delle principali zone enologiche mondiali.
Sia Luca Currado (Amministratore Delegato) che Mario Cordero (Direttore commerciale) rimarranno in Vietti ed inizieranno un piano di collaborazione con la nuova proprietà.
Tristezza o burgundizzazione (il fenomeno che prende il nome dal fenomeno di immissione di capitali in Borgogna da parte di grandi gruppi) oppure notizia positiva?
Saremo forse ottimisti, ma la notizia che investitori americani (fra l’altro di origine italiana) investano dall’Iowa in una terra di eccellenza come il Piemonte è positiva.
Per anni in Convegni e simposi si è sottolineato la necessità di affiancare a prodotti di assoluta eccellenza capacità manageriali anche internazionali. E di conseguenza capitali.
Tutto ciò sta avvenendo, fra l’altro mi pare con grande intelligenza. La centralità della Langa e dei suoi “figli prediletti” (come il Barolo) non può continuare senza capitali e know-how globali. Che si chiamino Krause o Hu, il Piemonte del cibo (e non solo del vino) ha bisogno di grandi imprenditori stranieri per continuare il suo percorso di crescita nel sistema globale.
Le esternalità positive di simili operazioni sono facilmente riassumibili:
Sito della Vietti e informazioni su Krause Holdings.