C’è un dato economico italiano che cresce del 6% all’anno. E’ il tasso di crescita dei “Millennials Farmers”, io giovani under35 attivi in aziende agricole.
Già il magazine The Vision aveva spiegato le ragioni di questa crescita, e i dati sono confermati in un convegno di Giovani commercialisti a Foggia.
Le imprese gestite dai “Millennials farmers” sono quasi 60.000.
“L’agricoltura ha trovato il modo di innovarsi” – sottolinea Daniele Virgillito, presidente del sindacato Unione Giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) che ha organizzato il convegno all’Università degli Studi di Foggia.
Il ritorno alla terra è dimostrato anche da un altro dato dato, il numero di studenti nelle scuole superiori di agraria in Italia: +36% negli ultimi cinque anni.
Gli studenti che alle superiori che hanno scelto un percorso didattico legato alla terra sono 45.566 nell’anno scolastico 2017/18, il record del quinquennio.
Degli under35 che hanno deciso di lavorare nel mondo dell’agricoltura uno su quattro è laureato, otto su dieci viaggiano all’estero e si inseriscono più facilmente in nuovi mercati.
L’Unione europea, per consentire di iniziare l’attività, mette a disposizione dei fondi attraverso i suoi Piani di sviluppo rurale (Psr).
Nel biennio 2016/2017 hanno presentato domanda circa 30.000 persone under35 italiane: il 61% da Sud e Isole, il 19% dal Centro e il 20% dal Nord.
La Sicilia e la Puglia sono le prime due regioni, con 4.700 e 4.540 domande presentate.
Nel periodo 2015-2017 le imprese agricole under 40 sono aumentate del 12%.
Dati che confermano quelli diffusi dalla Camera di Commercio di Milano che parlano di 110.000 nuove imprese giovanili nate nel 2017 di cui ben 9.850 sono quelle agricole, al terzo posto dopo il commercio e l’edilizia.
Ciò nonostante, sottolinea Cia, rappresentano solo il 5,1% sul totale, sotto la media dei colleghi europei che si attesta al 6,5%.
Le imprese agricole dei giovani italiani hanno però una dimensione economica superiore rispetto alla media europea, con un fatturato di 73.000€ rispetto ai 45.000€ mediamente realizzati a livello Ue.
A fronte di questi aspetti positivi, non manca però qualche ombra.
Il turn over che sarebbe necessario fa fatica a prendere forma proprio in un’Italia che registra più di 500.000 giovani disoccupati.