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LURISIA – DARE DA BERE “BENE” AGLI ASSETATI

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Oggi parliamo con Alessandro Invernizzi, Amministratore Delegato di Lurisia azienda “faro” del sistema alimentare piemontese.
Titolo meritato sul campo poichè ha saputo recuperare la tradizione, ascoltare il consumatore e diversificare i suoi prodotti per sopravvivere e prosperare in un mercato ipercompetitivo.
Dalle collaborazioni con Slow Food a quelle con Teo Musso, una gestione aziendale sempre sul filo dell’eccellenza e della ricerca.
Il vostro claim è “Diamo da bere agli assetati in 8 modi”. Ci può spiegare come nasce questa diversificazione di prodotto che ha portato dall’acqua fino alla birra?
In realtà lo slogan è “Diamo da bere BENE agli assetati in 8 modi“.
Lurisia nasce nel 1940 come stabilimento termale e nel primo dopoguerra come imbottigliamento d’acqua minerale naturale. Negli anni ’70 e ’80 imbottigliava anche le famose “spume”, le prime bibite italiane. Negli anni’90 l’imbottigliamento delle bibite è stato spostato in un altro stabilimento e poi abbandonato. 
Nel film di Nichetti dal titolo “Ho fatto Splash” si parla di uno spot pubblicitario per una gazzosa. Era la gazzosa Lurisia
A metà degli anni 2000 abbiamo capito però che Lurisia non poteva sopravvivere nel mondo delle acque minerali in bottiglia, mercato dominato da multinazionali con capacità economiche enormemente superiori alle nostre, senza cambiare strategia.
Abbiamo quindi deciso di valorizzare le nostre acque “dandogli un sapore”. Abbiamo quindi creato con Teo Musso la prima linea di birre artigianali Lurisia.
Dopo questo primo “esperimento” abbiamo capito che c’era un vastissimo pubblico interessato alla qualità e abbiamo deciso di ampliare il nostro progetto anche a dei prodotti più semplici e di largo consumo come le bibite. 
Abbiamo quindi creato Il Nostro Chinotto e La Nostra Gazzosa. Visto il grande successo di questi due prodotti abbiamo ampliato la gamma delle bibite Lurisia con La Nostra Aranciata e La Nostra Acqua Tonica di Chinotto.
A fine del 2012 abbiamo poi aggiunto UNICO, un succo di frutta mix di succo d’uva barbera, mela, pera e pesca e una nuova birra NORMALE.
Quindi oggi è possibile dissetare la voglia di bevande buone e sane con i nostri 8 prodotti. Stille, l’acqua nella versione naturale, Bolle la versione frizzante, chinotto, gazzosa, aranciata, tonica, unico e normale.

Proprio la birra. Come è nata la collaborazione con Teo Musso?

Siamo “vicini di casa”.  Piozzo, dove ha sede il birrificio di Teo Musso, è a pochi chilometri da Lurisia ma soprattutto abbiamo le stesse idee sulla qualità e sulla voglia di sperimentare e innovare.

Durante il Salone del Gusto del 2004 ci siamo trovati seduti allo stesso tavolo e ridendo e scherzando abbiamo abbozzato l’idea di fare una birra con l’acqua Lurisia.

Durante il Salone del Gusto 2006 abbiamo presentato al pubblico le prime due birre Lurisia, la Birra Sei e la Birra Dieci

Al Salone del Gusto del 2008 abbiamo poi presentato la Birra Quattro, la Birra Otto e la Birra da divano Dodici. 

All’ultimo Salone abbiamo presentato la birra Normale.


Qual’è il quadro del consumo italiano di acqua minerale? Il consumatore italiano percepisce la scelta di qualità della vostra azienda?
 
Il mercato delle acque minerali in bottiglia è dominato dai consumi di acque in PET,  l’80% del volume totale. 

Noi crediamo che sia il vetro il miglior contenitore sia per la garanzia della qualità sia nella versione a rendere per il rispetto dell’ambiente quindi le nostre strategie sono fuori da quelle del settore che puntano alle quantità più che alla qualità.

Il settore delle acque in bottiglia è in forte crisi perché è attaccato sia dalla forte concorrenza interna sia dalla sempre maggiore diffusione delle “casette dell’acqua” dei comuni, dell’uso di filtri per l’acqua potabile e dall’attacco dei media. 
Sfortunatamente il settore non è in grado di comunicare in modo corretto la reale differenza fra un’acqua minerale naturale in bottiglia e l’acqua dell’acquedotto.

Fortunatamente per Lurisia, c’è una fetta di consumatori consapevoli che capiscono la qualità e premiano prodotti come i nostri.

 



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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