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Lindt attacca il giandujotto perchè è un’azienda predatoria

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Come nelle migliori tradizioni il nemico attacca dall’interno. Nel caso del riconoscimento IGP al giandujotto di Torino l’opposizione arriva da Lindt, l’azienda che con sistemi poco imprenditoriali e molto predatori gestisce il marchio Caffarel. Insomma, Lindt attacca il giandujotto.

La cronaca è ormai reperibile su ogni sito di informazione, e l’opposizione riguarda l’inserimento di un ingrediente: il latte in polvere. Motivazione? Abbassamento dei costi.

“Il gruppo Lindt – ha spiegato il segretario del Comitato del Giandujotto, Antonio Borra, al convegno Il Cioccolato delle meraviglie: salute, benessere e felicità, organizzato nell’ambito di CioccolaTò a Torinovuole che tra gli ingredienti previsti dal disciplinare sia inserito anche il latte. Una richiesta inaccettabile: il vero gianduiotto è fatto solo con tre ingredienti, che sono nocciola, zucchero e massa di cacao”. Il latte, insomma, è solo un’aggiunta della produzione industriale di massa.

Tutte le altre aziende promotrici dell’iniziativa si oppongono alla richiesta, che snaturerebbe l’identità del prodotto. Prodotto stimato in 200 milioni€ di valore economico.

Il gruppo Lindt gestisce il marchio storico Caffarel con alterne vicende, sicuramente non nel migliore dei modi. Quando alcuni rumors di mercato avevano avvicinato il nome di Ferrero a Caffarel molti in Piemonte avevano festeggiato. Ma poi non se ne fece nulla.

Da anni gli svizzeri non investono pesantemente sul marchio, lasciando la storica fabbrica di Luserna San Giovanni nella stagnazione. Non stupisce questa opposizione pretestuosa, perchè il fine ultimo degli svizzeri non è avere un prodotto IGP che lascerebbe meno libere le mani all’azienda. Siamo di fronte ad una versione più edulcorata della vicenda Pernigotti, ma pur sempre davanti ad una proprietà predatoria.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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