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Liberalizzazione Erbaluce: l’amore per la conservazione

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E’ scoppiata la bomba “liberalizzazione Erbaluce”. I sindaci e alcuni produttori sono sul piede di guerra contro il Consorzio di Tutela.

A scatenare la rivolta è stata la proposta da parte del Cda del Consorzio di liberalizzare il vitigno Erbaluce. Un’idea che gira ormai da tempo e che crea spaccature all’interno dello stesso direttivo.

Travolto proprio da questa questione l’ex presidente Giorgio Gnavi (dell’omonima storica cantina calusiese) dopo neppure un mese dalla sua nomina si era dimesso.

Camillo Favaro sostiene su Facebook: “il vitigno Erbaluce può essere allevato in zone esterne alla nostra denominazione, ciò nonostante in questi territori i colleghi vignaioli non possono esercitare il diritto sacrosanto di scrivere “Erbaluce” sulla loro etichetta. Sono figli di nessuno sulla base di regole che suonano come un editto medioevale.Credo che nel 2021 e in un mondo anche solo minimamente democratico, sia tempo di voltare pagina e andare avanti, con i politici che fanno i politici e i viticoltori che fanno i viticoltori. In pace e producendo vini buoni, possibilmente”.

Il vitigno Erbaluce oggi è coltivato su 250 ettari fra Caluso e 36 comuni tra cui Ivrea.

Dal 2010 il disciplinare DOCG protegge il nome. Sulle colline del novarese, dove si coltiva il vitigno, non si può dunque utilizzare il nome Erbaluce. Come a Castellamonte e in Valchiusella.

Il Consorzio vorrebbe superare questo paradosso, appoggiato da una parte di produttori che vede nell’allargamento della denominazione una rafforzamento del sistema Erbaluce.

Contrario il produttore storico Gian Luigi Orsolani, scettica il sindaco di Caluso Maria Rosa Cena.

Ma perché si ha paura di liberalizzare un nome? Rafforzare il nome significherebbe rafforzare la diffusione del vitigno. Una filosofia che prevede di lavorare sulla promozione del territorio più che sulla protezione del nome del vitigno.

Attenzione, perché i sistemi sani e vitali non hanno paura di liberalizzare e di aggregare. Proteggere è importante, credere ai monopoli no.

Approfondimento: La valorizzazione del territorio passa sempre più per la promozione del vino.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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