Giornate di vendemmia per il Piemonte e il resto dell’Italia.
Giornate in cui, grazie ad un progetto di Camera di Commercio di Torino – Strada Reale dei vini di Torino e altri partner, abbiamo potuto visitare le terre dell’Erbaluce e l’azienda agricola La Masera.
Abbiamo parlato con Alessandro Comotto, uno dei sei soci di La Masera, ed incontrato tutta la “grande famiglia” che gestisce questa etichetta con vera passione per il vino e il territorio.
Da subito il discorso si è spostato su cosa potrebbe essere l’Erbaluce per il Piemonte. Il vino autoctono del Canavese (il centro sono le colline di Caluso) si sviluppa sulle province di Torino, Biella e Vercelli ed è l’unico ad avere 3 DOCG (su passito, fermo e bollicine).
L’estrema flessibilità del vitigno e dei suoi prodotti finali (adatti e adattabili per tante sfumature di cucina) fanno dell’Erbaluce un vino commercialmente redditizio. O meglio“farebbero”, poichè il nome Erbaluce fuori dalla cinta daziaria di Torino è un “magnifico”sconosciuto.
Nell’opinione di Comotto e dei suoi soci, la promozione dell’ Erbaluce deve partire dal territorio, arrivare al vino e infine (ma solo alla fine) ai singoli produttori.
“Come avviene ed è avvenuto in altre parti d’Italia – afferma Comotto – il territorio e la sua scoperta avvicinano le persone al vino. Erbaluce senza territorio non ha senso“.
L’intero “sistema” dei produttori di Erbaluce e Canavese ha una potenza di fuoco che varia dalle 700.000 al 1.200.000 bottiglie all’anno.
Data la spettacolarità del territorio morenico, la vicinanza con due grandi città come Milano e Torino, la voglia di “nuove scoperte” da parte di una fascia interessante di consumatori di vino la partita per portare l’Erbaluce e i suoi DOCG all’attenzione del mondo potrebbe essere vinta.
“E’ tempo di ragionare come gruppo e non come singoli all’arrembaggio – continua Comotto – perchè le risorse per promuovere l’Erbaluce devono essere coordinate“.
I soci di La Masera hanno ragione da vendere. L’ottica di vedere il Consorzio solo come tutela e non come promozione non ha più ragione storica e di mercato.
I Consorzi, oggi, devono avere ruolo proattivi e diventare centrali commerciali e di marketing.
L’Erbaluce necessita di focalizzazione sul mercato interno e su mercati esteri di prossimità (Svizzera, Germania, Austria, UK) e di un aumento della brand awareness.
“Il modello di riferimento per noi dell’Erbaluce deve essere l’Arneis – conclude Comotto– un vino che ha beneficiato della crescita della Langa e che ha portato fatturato a tanti produttori“.
Cosa possiamo fare noi torinesi in concreto? Per ora adottare l’Erbaluce e farcene ambasciatori presso amici, comprarlo e regalarlo. Siamo sicuri che produttori appassionati come Comotto e i suoi soci apprezzerebbero!
La gamma dei vini La Masera. L’# dell’iniziativa è #YesVendemmia.
Il sito di Strada Reale dei Vini Torinesi.