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Bialetti e la crisi della moka: un rilancio é possibile?

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Non solo successi per il design nato sul lago d’Orta. Bialetti e la crisi della moka mettono in apprensione gli amanti del caffè.

I soci di Bialetti Industrie I soci chiamati ad approvare il piano di rientro. Il debito è salito a 121 milioni€, di cui 20 milioni€ saranno cancellati dai creditori Illimity e Amco, un’altra parte convertita in azioni.

Bialetti, anche per finanziare un nuovo piano industriale dagli obiettivi meno ambiziosi rispetto al precedente, emetterà poi un prestito obbligazionario da 10 milioni€ che sarà integralmente sottoscritto dalla banca guidata da Corrado Passera.

La parola sulla manovra sta per passare agli azionisti e quindi principalmente a Bialetti Holding, che possiede oltre il 45% della società.

L’ennesimo momento di crisi e riflessione che caratterizza la storia aziendale di questi anni.

Bialetti e la crisi della moka, portata dal cambiamento di rotta di molti consumatori, continuano a mettere in pericolo un’invenzione tutta italiana.

La celebre moka dell’omino con i baffi è dunque in difficoltà, e non per la prima volta.

La crisi economica del 2008 aveva già fermato l’impetuosa l’ascesa della Bialetti.

Il produttore delle caffettiere più famose al mondo aveva sperimentato oltre settant’anni di espansione commerciale, rafforzata dall’arrivo al timone dell’attuale proprietà, la famiglia Ranzoni, nel 1993. Una crescita robusta, che aveva visto entrare nell’azionariato anche il gruppo Della Valle.

Ma nel 2015 è arrivata la dolorosa cessione del marchio Girmi, produttore di piccoli elettrodomestici da cucina.

Due manovre finanziarie nel 2015 e nel 2019 non hanno fermato la spirale dell’indebitamento.

La scure dei tagli ha colpito soprattutto i Bialetti Store, i punti vendita delle caffettiere che non hanno fruttato quanto previsto, in sofferenza per la sempre maggiore diffusione delle macchine per l’espresso con cialde e capsule.

Il riassunto della crisi QUI.

Bialetti e la moka: una storia piemontese

Nel 1919 Alfonso Bialetti apre a Crusinallo (Verbania) un’officina per la produzione di semilavorati in alluminio.

Spinto dallo spirito imprenditoriale trasforma la sua officina, Alfonso Bialetti & C. Fonderia in Conchiglia, in un atelier per la progettazione e produzione di prodotti finiti pronti per il mercato.

Nel 1933 viene alla luce Moka Express.

La Moka dal design Art Decò, rivoluziona il modo di preparare il caffè a casa e permette all’azienda, grazie anche all’ambizione dei figlio Renato, di affermarsi immediatamente tra i principali produttori italiani di caffettiere.

Nel 1993 l’acquisizione da parte dell’azienda bresciana Rondine.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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