Il Piemonte secondo Osterie d’Italia 2023 è l’istantanea di un territorio in forma, nonostante le difficoltà del settore negli ultimi 3 anni.
Se le grandi destinazioni turistiche, a partire dalla triade Langhe-Roero-Monferrato, passando per Torino, si confermano su standard molto alti, non c’è dubbio che questa edizione della guida affermi il fermento delle terre alte, intorno alle quali si sta sviluppando un movimento destinato a cambiare la geografia della cucina popolare di qualità.
La crescita che negli ultimi anni ha interessato le produzioni di piccola scala, i birrifici artigianali e il turismo outdoor qualificato costituisce infatti lo scheletro di una ristorazione fatta di prodotto, di numeri ridotti, di attenzione maniacale alla stagionalità e alla prossimità.
Più in generale, si può dire che convincono maggiormente i locali con menù corti, che cambiano frequentemente sulla base della reperibilità dei prodotti e che propongono un servizio flessibile e smart, di sostanza più che di forma.
Tra i riconoscimenti ottenuti dalle osterie della regione spicca il Premio Novità a Casa Colet di Monastero di Vasco (CN). Le altre chiocciole del Piemonte:
134 osterie in guida di cui 7 novità e 26 chiocciole: questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia.
La nuova edizione raccoglie 1730 indirizzi di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto, e introduce tre nuovi simboli per raccontare in modo più ampio e dettagliato l’offerta dei locali recensiti:
Guida a cura di Francesca Mastrovito ed Eugenio Signoroni, pagine: 940. Collana: Guide Slow, prezzo al pubblico: 24,00€.