147 osterie in guida di cui 18 novità e 26 Chiocciole: questi i numeri della regione nella nuova edizione di Osterie d’Italia.
Torna lo storico sussidiario del mangiarbere all’italiana: presentata al Teatro Elfo Puccini di Milano il 23 ottobre e disponibile in tutte le librerie e sullo store online di Slow Food Editore dal 25 ottobre, la trentaquattresima edizione di Osterie d’Italia racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia, in una rete fitta e capillare.
La nuova edizione raccoglie 1.752 indirizzi di osterie, agriturismi, enoteche con cucina e ristoranti segnalati per la cucina territoriale, la rigorosa selezione degli ingredienti e il prezzo giusto.
Oltre ai simboli e i riconoscimenti canonicamente assegnati alle osterie, di modo da offrire al lettore uno strumento per una conoscenza approfondita dell’offerta, per la prima volta i riconoscimenti storici della Chiocciole e della Bottiglia e il più recente Bere Bene (a riconoscere una selezione complessiva di bevande alcoliche e non, come birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi scelti con attenzione e personalità) sono stati assegnati anche ai locali segnalati negli inserti, ovvero quei locali la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili esclusivamente nella regione di appartenenza.
Sintetizzare le tendenze del panorama gastronomico di una regione grande e varia come il Piemonte è impresa ardua, ma questa edizione conferma una notevole dinamicità, con diverse realtà che entrano in guida per la prima volta.
Il dato interessante è che le novità spesso non sono nuove aperture ma locali aperti da tempo, che raccolgono oggi i frutti di un lavoro talvolta decennale di affinamento della proposta, di centratura della ricerca e di approfondimento nell’interpretazione del territorio sul quale insistono.
Il risultato è una regione in cui le osterie, anche quando parlano il linguaggio della contemporaneità o addirittura dell’avanguardia, sono estremamente fedeli all’identità di un’area spesso ristretta ma orgogliosamente definita dal punto di vista gastronomico.
E se questo vale da tempo per le zone più note e frequentate come Langhe, Roero, Monferrato, le valli cuneesi a vocazione turistica e Torino, la tendenza sembra chiara anche in territori come il Novarese o il Biellese, storicamente meno iconici ma capaci negli ultimi anni di mostrare grandissima vitalità gastronomica.
Osteria dell’Arco – Alba (CN)
‘L Bunet – Bergolo (CN)
Battaglino – Bra (CN)
Boccondivino – Bra (CN)
Fuorimano – Busca (CN)
Reis Cibo Libero di Montagna – Busca (CN)
Il Moro – Capriata d’Orba (AL)
Cacciatori – Cartosio (AL)
Madonna della Neve – Cessole (AT)
La Torre – Cherasco (CN)
Locanda dell’Arco – Cissone (CN)
La Speranza – Farigliano (CN)
Locanda Fontanazza – La Morra (CN)
Lou Pitavin – Marmora (CN)
Repubblica di Perno – Monforte d’Alba (CN)
Belvedere Roero – Monteu Roero (CN) nuova chiocciola
Cantina dei Cacciatori – Monteu Roero (CN)
Corona di Ferro – Saluzzo (CN)
Osteria della Pace – Sambuco (CN)
Del Belbo da Bardon – San Marzano Oliveto (AT)
La Coccinella – Serravalle Langhe (CN)
Impero – Sizzano (NO)
Antiche Sere – Torino (TO)
Consorzio – Torino (TO)
Osteria dell’Unione – Treiso (CN)
Locanda del Falco – Valdieri (CN)
A cura di Francesca Mastrovito ed Eugenio Signoroni, Pagine: 940. Collana: Guide Slow. Prezzo al pubblico: 24,00€. In libreria dal 25 ottobre 2023.