Rosita Rijtano sulla rivista “lavialibera” riporta un preoccupante report firmato dallo European Trade Union Institute (ETUI). Glovo vende i dati dei propri dipendenti e collaboratori?
E’ ormai acclarato che il solo business del delivery è in perdita, e quindi le piattaforme cercano sempre più nuove modalità di ricavo e finanziamento per stare in piedi. Integrarsi, comprare concorrenti non è più sufficiente, soprattutto in uno scenario di credito difficile e di Venture capitalism limitato rispetto agli scorsi anni.
Quindi si monetizza su tutto.
Glovo saprebbe dove sono i suoi rider anche quando non stanno lavorando e, senza informarli, ne invia posizione, nome, cognome e codice identificativo, a delle compagnie di marketing (sulla qualità del dato ci sarebbe da discutere, nda).
Lo dimostra la prima indagine tecnica realizzata sull’applicazione usata dai lavoratori italiani della piattaforma per le consegne a domicilio.
Un’analisi pubblicata dall’European trade union institute (Etui), il centro di ricerca indipendente della confederazione europea dei sindacati, che lavialibera ha potuto leggere in anteprima. I risultati – scrivono gli autori del report – indicano l’esistenza di “un pervasivo sistema di raccolta dei dati“, implementato da Glovo “violando i diritti dei rider”.
Contattata da lavialibera, l’azienda non rilascia commenti. Mentre il Garante per la protezione dei dati personali italiano fa sapere di aver aperto un’istruttoria su Foodinho srl, la società sotto cui opera Glovo in Italia, dopo aver visionato lo studio.
Ma Glovo vende i dati a chi?
Glovo venderebbe dati a società terze come Pubnub, Kustomer e Smooch, tre compagnie statunitensi che implementano un servizio chat interno all’app. Avrebbero ricevuto il codice unico identificativo del rider.
Firebase, un servizio che Google offre alle imprese per migliorare il loro business, ha ottenuto il indirizzo email, nome, codice identificativo, codice della città e del Paese, il tipo di mezzo utilizzato per le consegne (bici o auto), la versione del sistema operativo installato e persino il punteggio di eccellenza.
Particolare è quanto succede con Braze, una piattaforma di marketing: ha ottenuto non solo il codice unico identificativo del rider ma anche la sue email, il numero di telefono e la sua localizzazione.