Un pezzo di Andrea Montanari su MilanoFinanza ci informa che da marzo 2014 almeno 10 grandi gruppi cinesi ed americani hanno avanzato offerte ai soci di Eatinvest (famiglia Farinetti e altri) per rilevare il pacchetto di maggioranza del marchio Eataly.
Eataly dunque preda? Certamente. La notorietà del marchio è ben più grande del suo fatturato annuo (400 milioni€ consolidato e MOL a 35 milioni€) e avere accesso ai negozi significa innalzare il prestigio di qualsiasi conglomerata retail globale.
Ma Farinetti, Andrea Guerra e il banchiere Gianni Tamburi hanno un altro obiettivo. Gli accordi con il Signa Retail in Germania, il raddoppio della presenza a New York, le prossime aperture di Londra, Parigi e Mosca dovrebbero raddoppiare il fatturato e permettere la quotazione in Borsa nel 2017.
E dopo? Certamente gli investitori come Tamburi vorranno monetizzare, e la famiglia Farinetti (ricordiamo che i figli di Oscar sono attivi manager di Eataly) vorranno affiancare a Coop altri partner strategici. Davanti ad una valutazione a multipli pari a 2/3 volte il fatturato sapranno i soci dire di no?
Eataly è sempre di più un asset strategico per l’intero sistema del Made in Italy, quindi ogni mossa e cambiamento societario sono di interesse per l’Italia. Fari accesi, quindi.