Difficile dire oggi cos’è la cucina, capire realmente quali siano gli orizzonti. I grandi cuochi sono coloro che hanno studiato e lavorato duramente per anni e anni, partendo dalla tecnica e creando i loro piatti dopo anni di gavetta.
Sempre meno mi entusiasma chi crea piatti senza aver prima replicato quelli che sono i grandi piatti della cucina. Così a tarda sera, bevendo un caffè filtrato, chiacchiero con lo chef Antonio Chiodi Latini nel suo ristorante Chiodi Latini New Food.
Antonio è un uomo che ha fatto la storia della ristorazione piemontese, con una famiglia dedita alla cucina. Antonio ti parla della materia prima con lo stesso entusiasmo che troviamo in alcuni bravi cuochi a inizio carriera.
Gli brillano gli occhi quando parla di una radice e quando, con umiltà, ti racconta di una collega del canavese che ogni giorno va nei campi a raccogliere le erbe selvatiche. Antonio Chiodi Latini è una di quelle persone che chi ambisce a parlare di cibo vorrebbe ascoltare per ore, perché da lui si impara sempre qualcosa.
Oggi Chiodi Latini New Food è un vero concept, ancora in coppia con il figlio Stefano che anima invece il Bistrot di via San Quintino. Stanno portando in città un nuovo modo di vivere l’esperienza cibo con la cucina vegetale integrale. Un’idea di ristorazione che è un cambiamento profondo per il cliente.
Si può vivere un’esperienza unica, che può essere contaminazione per la città e non solo, e va oltre il ristorante diventando movimento. Il centro di tutto è il vegetale, declinato con gusto e amore. Amore per il cliente e per la materia prima. Oggi in via Bertola si pranza e si cena, con una grande attenzione al caffè che può essere bevuto in abbinamento ai piatti, anche questo un unicum per Torino, che ha tante proposte di bar dove bere i migliori caffè, ma non concepiti in abbinamento alla cucina.
La cucina è una cucina di ricerca, fatta di materia prima valorizzata da cotture che ne esaltano gli aromi, in piatti che sono rotondi e tridimensionali: rotondi perché il gusto di ogni piatto è equilibrio assoluto per il palato.
Basti pensare a un piatto icona come i ravioli di rape ripieni di patata vitelot. C’è tutto: la dolcezza della patata, l’umami della salsa di soia, l’astringenza del tannino di un fiore di rucola, l’amaricante e molto altro. Ed è tridimensionale perché il profumo in ogni piatto è qualcosa di concreto e non solo effetto.
Penso a un piatto che viene “affumicato” sul momento, ma in cui il profumo del legno si trasforma in un retrogusto piacevolissimo che ti resta in bocca dopo averlo gustato.
Chi mi legge sa che non amo parlare dei piatti dei menu, perché in ogni grande ristorante cambiano a seconda della stagione, del mercato e dell’estro del cuoco. Ma la presenza cromatica nei piatti che porta all’autunno, meritano un’eccezione. Sono i colori tenui che ricordano le foglie che cadono sui viali nei boschi e le vigne che ingialliscono.
Si conclude il pasto con i dolci, anche in questo caso capaci di stupirti. La cucina vegetale di Antonio Chiodi Latini si fa dessert: al centro, ancora una volta, c’è una coccola. Un dolce perfetto dal punto di vista tecnico, ma anche per gusto e leggerezza.
Completano l’opera una ricca carta dei vini e un servizio informale, attento e professionale.
Chiodi Latini New Food,
via Antonio Bertola 20/B, Torino.
Orari: dal martedì al sabato, 11:45-15 | 19-22
Chiuso la domenica e il lunedì.
Telefono: 011-0260053