Come sta il Piemonte dell’alta gastronomia? A vedere la cerimonia della consegna delle Stelle Michelin di ieri non proprio bene.
Il Piemonte perde stelle, sia a causa di chiusure (i Caffi ad Acqui Terme e Damiano Nigro a La Morra) sia per scelta della guida. Il caso più clamoroso è quello di Casa Vicina, che dopo anni perde la Stella Michelin nonostante un cambio di location fortemente migliorativo. Altri downgrade ad Alessandria (la Fermata) e Isola d’Asti (Cascinale Nuovo).
A brillare solo Mammoliti (da zero a due Stelle), ma il suo progetto al’interno de Il Boscareto Resort ha una portata che va oltre i confini regionali.
Cinque Stelle perse contro due guadagnate, e Torino che perde Casa Vicina e non guadagna nulla. Confermati fra gli altri Larossa, Magorabin, Mandura ed anche il Carignano (quindi Scabin torna alla Stella). Nessua seconda Stella per Condividere, il ristorante di Torino a cui il “monostellato” inizia a stare stretto.
E anche la Langa ha smesso di essere motore di crescita, con Coltivare Relais di Luca Zecchin che si ferma alla Stella verde. Delusione personale, con stupore, per due realtà che giudicavo già stellate. Ovviamente Scatto dei Costardi Bros a Torino ed Alessandro Mecca a Grinzane.
Il Piemonte scivola al quarto posto come regione italiana per stellati Michelin, 40 realtà in totale. Staccato, non di poco, da Lombardia e Campania. Toscana ad un passo.
Personalmente continuo a vedere una Torino in crisi di mercato, dentro un mercato italiano che “arranca” (il dibattito sulla crisi del fine-dining è stato amplio). E a questa crisi di mercato in parte si affianca anche una crisi di idee che porta ad innovare poco. Non parlo di prodotto, ma di offerta generale a livello di esperienza. Esperimenti come il Turin.Pop di Larossa dovrebbero essere messe a sistema da tutti (come l’under 35 di Del Cambio qualche anno fa).
Manca anche il coraggio di esplorare territori nuovi (es. il vegetale) e di investirci fino ad esserne eccellenza riconosciuta. E manca anche a volte il coraggio di un’identità definita.
Potremmo discutere anni sui cinque criteri Michelin* e l’applicazione fantasiosa da zona a zona (la peggiore esperienza gastronomica l’ho vissuta in un monostellato parigino). Ma non sarebbe utile a capire perchè il Piemonte è sostanzialmente fermo. Fermo soprattutto in alcune zone come Torino e l’Alto Piemonte.
Claudio Vicina, lo Chef di Casa Vicina nella serata di ieri ha rilasciato una pacata nota:
“La notizia della decisione da parte della Guida Michelin 2024 di toglierci la stella è stata letteralmente una doccia fredda: un evento inaspettato. Siamo i primi a chiederci cosa sia successo e quali siano gli aspetti che, secondo gli ispettori, non sono stati all’altezza della stella. Il team di Casa Vicina è da sempre la famiglia Vicina e i riscontri da parte dei clienti sono stati sempre positivi e calorosi. Negli scorsi mesi ci hanno anche augurato, affettuosamente, la seconda stella in base all’esperienza fatta. Detto ciò la nostra passione e la nostra dedizione in cucina, non è stata scalfita. La nostra storia nella ristorazione ha superato i 100 anni per cui conosciamo il nostro valore e siamo fieri del nostro percorso che ha ancora tanti progetti da intraprendere e sviluppare. Sarà nostra premura confrontarci con la Guida Michelin per capire quale è stata la motivazione così da poter valutare i prossimi passi. Chiudo la mia riflessione con la frase di Herbert George Wells – Se sei caduto ieri, alzati oggi.- Per questo noi continuiamo ad alzarci ogni giorno con lo stesso spirito intraprendente e l’amore per il nostro lavoro.“
I 10 ristoranti stellati Michelin di Torino del 2024:
Per cultura generale, segnaliamo il grande lavoro di Scatti di Gusto con le sue liste divise per regione. E l’analisi di Valentina Dirindin su Dissapore.