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Stefano il barzellettiere: l’ultimo irregolare di Torino

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Esattamente come Anna Camillini, la ballerina del Balon, anche Stefano il barzellettiere era un irregolare di Torino ed un personaggio da romanzo. Torino non è stata mai certamente avara di storie del genere.

Da questa mattina i social hanno diffuso la notizia della sua morte, anche se non ancora ufficialmente. Da Max Casacci a Chiara Appendino è un susseguirsi di post di cordoglio.

Stefano il barzellettiere è stata la presenza fissa di un’intera generazione di torinesi. La sua storia aveva ovviamente interessato anche i quotidiani cittadini (es. La Repubblica Torino).

“Ho vissuto con mia madre per gran parte della mia vita. Sempre in strada. A sedici anni ho incominciato a ballare la breakdance, mi esibivo davanti al Teatro Regio con i miei amici, ero giovane e sentivo l’arte dentro” raccontava nel 2018 a Marco Mascia.

Poi negli anni Ottanta la discesa negli inferi della tossicodipendenza, la disintossicazione negli anni Novanta, la perdita della madre e della casa.

Stefano il barzellettiere era una senza tetto, un personaggio di frontiera ma anche un amante dello spettacolo. Il suo palco erano le vie della movida, i dehor dei locali, le compagnie di amici.

Pare che una malattia se lo sia portato via, proprio nel periodo in cui i locali sono chiusi e la movida è solo più un ricordo.

“Fra medici: – Ho in cura una paziente molto giovane che sta perdendo la memoria. Che cosa mi consigli di fare? Di farti pagare in anticipo!”.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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