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Nutribees lancia l’healthy food a domicilio

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C’erano una volta due bocconiani e una nutrizionista. Potrebbe iniziare in questo modo la storia di Nutribees, una piattaforma di food-delivery che mette insieme come selling-proposition due trend attuali: la comodità del cibo spedito in ufficio o a casa e una dieta bilanciata pensata per uno stile alimentare migliore.

I piatti sono cucinati sottovuoto e senza conservanti, spediti in abbonamento in tutta Italia (a differenza di molte altre iniziative si raggiunge tutto il territorio nazionale e non solo Milano). C’è la possibilità di abbonarsi per pranzo/cena o solo per uno dei due e di acquistare snack.

Giovanni Menozzi e Mario Villani, coadiuvati dalla nutrizionista Anna Villarini, hanno adattato un modello tipicamente anglosassone alle esigenze e alla cultura mediterranea e salutista.

Abbiamo intervistato Giovanni Menozzi, anche per approfondire il funzionamento della sua start up e le prospettive del settore.

L’idea di Nutribees è chiara. Come sta crescendo il food delivery in Italia dal punto di vista salutistico?

Negli ultimi tempi l’interesse generale verso una tipologia di cibo che sia buona sia per il palato sia per il benessere del nostro corpo è in costante crescita e anche nel segmento food delivery è un trend in ascesa con un proliferare di servizi prettamente locali interessati a cavalcare quest’onda. Vincerà chi riuscirà sia a fidelizzare il cliente offrendo prodotti buoni e diversi nel tempo, sia a costruire un modello facilmente scalabile.

Oltre che sulle competenze di professionisti, puntate sulla comodità del digitale e della consegna a casa. State lavorando su altri assi di miglioramento?

Considerato che il segmento digitale è molto in crescita, ma ancora limitato, stiamo lavorando per riuscire ad arrivare ai nostri clienti finali tramite altri canali che possano essere una GDO di alta-gamma o locali allineati con la nostra filosofia di cucina (es. palestre). Stiamo esplorando inoltre la possibilità di creare linee di menù ad hoc per alcune categorie di persone con esigenze ben precise.

Voi consegnate in tutta Italia. Avete notato differenze di comportamento fra diverse aree del Paese?

In generale l’area più ricettiva sembra essere il centro-nord anche se abbiamo avuto molti ordini anche da Roma e dalle Isole. La cosa interessante dei nostri clienti, e forse un po’ sorprendente, è che non sono solo persone che risiedono in grandi aree urbane, ma anche persone di piccoli centri dove magari hanno una scelta minore per mangiare in modo sano.

La via dell’abbonamento permette ovviamente un abbassamento dei costi sia per voi che per il consumatore. Ma non avete mai pensato a un menù one-shot?

Il cliente può sottoscrivere anche solo una settimana di abbonamento che poi può gestirsi comodamente entro 20 giorni riponendo i piatti in frigorifero. Per quanto riguarda la consegna di un singolo piatto al momento non è fattibile per il modello di business che abbiamo scelto di seguire: potremmo pensarlo solo per le grandi città, ma non nel breve termine.

Quanti piatti consegnate al giorno e come nasce una ricetta al vostro interno? E come selezionate la materia prima?

Consegnando una volta a settimana posso dirti che indicativamente circa cento persone al giorno mangiano con i nostri pasti.

Per quanto riguarda le ricette nascono prima come proposta della nostra cucina che, sulla base delle nostre linee guida, propone alcune idee anche in base alla stagionalità degli ingredienti. Successivamente la ricetta viene approvata dalla nostra nutrizionista Anna Villarini, testata da noi personalmente e poi messa ufficialmente in produzione.

Per quanto riguarda le materie prime, la nostra cucina vanta relazioni decennali con fornitori della zona: in futuro stiamo lavorando per stringere partnership con realtà come Slow Food in modo da caratterizzare ancora maggiormente le nostre ricette.

Dall’analisi dei dati Nutribees, qual è la più ricorrente abitudine alimentare sbagliata?

Sicuramente il consumo di proteine animali, specialmente quelle provenienti da carne rossa e conservata (es. salumi), risulta maggiore rispetto ai livelli consigliati dall’OMS. Inoltre poche persone consumano in maniera regolare cereali integrali specialmente per motivi di costo o difficoltà nel reperirli durante la pausa pranzo.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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