Questo articolo farà storcere il naso a molte persone, ma siamo sicuri che identificare in Amazon il nemico del commercio di prossimità non sia una presa in giro verso gli imprenditori?
“Natale senza Amazon” è una pericolosa arma di distrazione di massa di politici e rappresentanti datoriali per nascondere le proprie incompetenze?
Partiamo dalla cronaca. In Francia, il collettivo Noël sans Amazon ha raccolto oltre 24.000 firme su una petizione che chiede alle autorità di fermare l’espansione della Multinazionale sul suolo nazionale e ai consumatori di fare acquisto solo in negozi di prossimità.
In Italia Codacons (sic!) e Confcommercio hanno sposato l’iniziativa francese.
“Questa seconda ondata sta creando uno squilibrio di concorrenza gravissimo tra i negozi reali e il web: mentre i primi sono chiusi d’ufficio da Governo e Regioni, il canale delle vendite online di fatto agisce e opera in condizioni di monopolio. Un problema serissimo per i negozi, soprattutto in vista del Natale” ha dichiarato Confesercenti.
E se in Francia è il sindaco di Parigi Anne Hidalgo il politico più in vista ad essersi schierato, in Italia è il leader della Lega Matteo Salvini a cavalcare l’onda (doppio sic!).
Amazon ha risposto alla petizione francese con un comunicato: “Affianchiamo più di 11mila imprese e commercianti francesi e diamo lavoro a più di 9.300 persone in Francia, che sono al servizio dei nostri clienti”.
In Italia ilSole24Ore ha informato sull’impatto della società di Jeff Bezos in Italia. La rete Amazon nel nostro Paese: 5.600 addetti in 23 centri e altri quattro siti in programma.
Ma Amazon non è solo e-commerce, ma anche Web Services e Centri di ricerca.
Ad Asti, nel 2016 è stata acquistata la software house Nice e c’è un centro di sviluppo dei Amazon Web Services. A Cagliari il call-center lavorano un migliaio di addetti. C’è poi il network logistico sviluppato intorno a quattro grandi centri di distribuzione: Castel San Giovanni a Piacenza, Vercelli, Passo Corese (in Lazio) e come ultimo arrivato quello di Torrazza Piemonte che rappresenta il prototipo di centro robottizato con le piattaforme Amazon Robotics.
Il ragionamento degli statalisti è semplice: come sempre limitare la scelta del consumatore per decreto. Ma non è così che si potrà rilanciare il commercio di prossimità.
Dove è forte Amazon? Nel servizio, dove il suo rapporto fra qualità, prezzo, velocità non può essere eguagliato. Ma allora come si batte? Come si compete sul mercato?
Ci sono due vie, e molte aziende medie e piccole lo hanno compreso. La prima strategia è vendere attraverso Amazon (lo fanno decine di migliaia di imprese italiane) per imparare a vendere online, capire i gusti dei clienti digitali, le meccaniche e quali tipi di prodotti possono essere deliverati.
E una volta acquisito know-how, lanciare il proprio progetto digitale con adeguato budget.
La seconda strategia è rafforzare non la fidelizzazione del cliente, ma il rapporto di fiducia e di “cura” del cliente. Essere proattivi, dare la sensazione al cliente di aver trovato un’anima affine alle proprie passioni.
In ultima istanza, quale sarebbe poi la differenza fra Amazon ed Unieuro, o fra Amazon e Mediaworld?
Invece di dare vita a battaglie demagogiche, cosa dovrebbero fare i regolatori e le Associazioni?
Per esempio chiedere de-fiscalizzazioni o bonus sulla digitalizzazione delle Piccole Imprese, investire sulla banda larga in tutta Italia, puntare sulla detassazione degli utili re-investiti in sviluppo aziendale.
Tutto il resto è presa in giro, o battaglie di retrovia per giustificare la propria esistenza.
P.S: comunque per i regali di Natale scegliete le tante botteghe che fanno delivery ed e-commerce locali.