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McDelivery a Torino con Glovo: se li conosci li eviti

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McDelivery, il servizio di delivery firmato da McDonald’s, entra su Torino in collaborazione con Glovo (prima di utilizzarlo leggere questo articolo di Wired).

Cinque aree di Torino (a 2 km da altrettanti Fast-food della catena) saranno sottoposte a sperimentazione. A supporto una ricerca Nielsen sulle abitudini fuori casa dei torinesi.

Da questa ricerca emerge che il 54% degli intervistati ha sdoganato la delivery come servizio di supporto a giornate stressanti, ritenendolo non disdicevole anche in caso di ospiti a casa.

Il 58% degli intervistati si farebbe consegnare un menù McDonald’s direttamente a casa.

McDelivery è già attivo in 11 città, e si innesta su una presenza a Torino e provincia che conta ben 45 ristoranti per 1.300 dipendenti.

La domanda sorge spontanea. Ma con le decine di locali di street-food ora in rete grazie a servizi come Eat In Time o Foodora, che bisogno c’è di farsi consegnare patatine gommose e hamburger freddi a casa? O al lavoro?

Capisco essere all’ora di pranzo o dopo in periferia e passare al McDrive per comodità, ma scegliere liberamente di farsi portare panini McDonald’s a casa è leggermente masochistico.

McDelivery: campagna marketing in tutta Italia

Appare chiaro che McDelivery rappresenta per gli americani un presidio di canale e una leva di comunicazione, non sicuramente un ricavo.

Il servizio, partito da Milano, ha coinvolto anche Belén Rodriguez. A giugno 2017 McDonald’s ingaggiò i primi fornitori, ad oggi tre società come Glovo, Uber Eats e Deliveroo.

Il mercato del delivery ha un potenziale di 7 milioni di consumatori in Italia (fonte Focus/MGMT).



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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