Eat Piemonte, o una sua rappresentanza, non poteva certo mancare alla decima edizione di
Identità Golose Milano.
Una manifestazione ideata da Paolo Marchi appunto dieci anni fa.
Così eccomi a raccontare questo Congresso internazionale di chef del calibro di Carlo Cracco, Massimiliano Alajmo, Fulvio Pierangelini, Moreno Cedroni, Heinz Beck.
Sono andata domenica, per la prima volta, e ne sono rimasta piacevolmente colpita (costo del biglietto a parte).
Identità Golose si svolge in tre giorni, quindi impossibile assistere a tutti gli appuntamenti che questa manifestazione organizza.
Non c’era il caos tipico delle manifestazioni legate al food. Era un raduno di professionisti del settore, amanti della ristorazione, esperti di marketing e comunicazione.
La parte espositiva offriva stand interessanti come le farine
Petra del Molino Quaglia, l’importatore
Selecta con il suo foie gras
Rougié e il cioccolato
Varlhona, ostriche ad altro ancora. Nota di colore, quasi magica, la presenza di una maga delle spezie che con il suo progetto
“Tutte le spezie del mondo” ha radunato intorno a se tutti.
Poi ancora
Lavazza e
Moretti con la sua ricerca di nuovi consumi legati all’alta cucina.
Ogni relatore e chef aveva circa trenta minuti per raccontare e creare due piatti evidenziando la propria filosofia.
Carlo Cracco, lontano dal set di MasterChef, ha guadagnato punti. Heinz Beck, con simpatia e grande entusiasmo ha coinvolto tutti. Il francese Jean-Fraçois Piège ha proposto una cucina interessante dove la tradizione si è integrata a tecniche di cucina contemporanee.
Meno coinvolgente Enrico Crippa, pur avendo tecnica da vendere, non è riuscito a trasferirmi le emozioni provate con altri relatori. Ma lo chef che mi ha colpito di più è stato Yoshi Takazawa. Mite, tecnico ma con passione da vendere.
La sensazione che ho avuto è che fosse realmente un Congresso per loro, i grandi chef, le vere “identità golose”.
Sono uscita con una voglia irrefrenabile di tornare a casa e mettermi ai fornelli, ma con stimoli nuovi.
In poche ore mi hanno ricordato che il successo di un piatto è composto da tre ingredienti; qualità della materia prima, passione e tecnica.