Presentata a Firenze la nuova Guida Espresso 2018.
La novità di quest’anno è l’assenza dei voti in “ventesimi di punto” e l’introduzione dei giudizi espressi con il simbolo del “cappello” (1-5).
“Edizione dopo edizione ci siamo resi conto della difficoltà crescente, se non dell’arbitrarietà di giudizi espressi in frazione di punto per locali fra loro profondamente diversi e lontani per storia, cultura, dimensione, stile di cucina. Difficoltà tanto più crescenti quanto più si è alzato e si alza il livello medio della cucina del ristorante italiano” – scrive il direttore Enzo Vizzari nell’introduzione.
“I cappelli indicano delle fasce di qualità, all’interno delle quali possono trovarsi locali e cucine distanti fra loro ma accomunati dal giudizio che la Guida al livello della cucina praticata. Non ci siamo limitati a convertire i punteggi da ‘ventesimi’ a ‘cappelli’, ma abbiamo ripensato il voto di ogni locale in sé e in rapporto ad altri con voto analogo”.
Escono inoltre dalla graduatorio i Cappelli d’oro, locali che hanno fatto la storia della cucina italiana (qui lista).
La scala valoriale con cui leggere la nuova guida 2018:
40 ristoranti italiani hanno 3 cappelli, 132 2 cappelli, e ben 457 quelli con 1 cappello.
La regione con il maggior numero di cappelli si conferma la Lombardia (164), la seconda è il Veneto (107). Il Piemonte è terzo con 95 cappelli totali.
Artemisia Bistrot citato ma Federico Allegri ha comunicato di aver lasciato il ristorante, mentre l’uscita di Ivan Milani e la sua sostituzione con Fabio Macrì tengono Piano35 al medesimo livello dello scorso anno.
Tutti i CAPPELLI del Piemonte nella foto sotto (grazie a Diego Decortes per l’immagine).
In sintesi: ristoranti di Torino città sovrastimati, Ciau del Tornavento e Credenza largamente sottostimati.
… e Les Petites Madeleines del Turin?