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EDIT: si apre una grande scommessa per Torino

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Da oggi apre EDIT, 2.400 mq di locali e strutture per la cucina. EDIT sta per Eat-Drink-Innovate-Together, un format che vuole fare della condivisione la propria peculiarità sul mercato (l’avevamo già visitato in fase di cantiere).

Ampliamente riportato su tutti i magazine e i giornali di cibo lo schema. Apertura sette giorni su sette, orario mattino-sera, diversi ambienti (caffetteria-bakery-brew pub-ristorante-cocktail bar-cucine).

Marco Brignone, il promotore dell’iniziativa immobiliare e gastronomica, ha puntato sulla sua idea 12 milioni€. Una scommessa? Direi di sì.

Una scommessa coraggiosa per tre ragioni principali, a nostro parere:

  • Location;
  • Persone;
  • Futuro.

EDIT Torino: una scommessa per Brignone e per la città

La location è nota, l’ex fabbrica di cavi INCET, trasformata ora in un centro polifunzionale.

Principali punti di interesse il Museo Ettore Fico e il parco Aurelio Peccei, oltre agli immortali Docks Dora. Basteranno ad attirare frotte di turisti? Non credo. I collegamenti rimangono difficoltosi dal centro e dalle Stazioni per un turista, nonostante la retorica appendiana di ieri.

EDIT, per avere successo, dovrà quindi essere un luogo prima di tutto torinese. E qui parte una sfida per tutte le forze che lavorano sul cibo e sugli eventi connessi. Giovanni Rastrelli, il giovane Amministratore Delegato, sta già lavorando in questa direzione.

Ieri molti quotati PR torinesi e società di eventi erano in platea. Segno che la location interessa.

Seconda scommessa è sulle persone. 55 dipendenti, alcuni govanissimi, sono un punto di onore (fra OGR ed Edit si sono creati oltre un centinaio di posti di lavoro nel settore in pochi mesi). Il richiamo di Renato Bosco, Pietro Leemann e Costardi Bros sono un punto di partenza ma non di arrivo. La sfida è creare una squadra che sappia nel tempo essere stabile. I nomi, come in altri settori, accendono i riflettori ma non sempre sono stabili nel lungo periodo.

Terza scommessa è sul futuro del cibo a Torino. E qui l’argomento è troppo grande per un singolo post. Fra l’evidente incapacità di attirare eventi e grandi eventi outdoor (di Cioccolatò parleremo in un post specifico) e la frammentazione della ristorazione torinese, EDIT dovrà essere capace di ritagliare una propria nicchia. E non sarà facile.

Punti deboli rimangono i parcheggi (nonostante un grande supermercato proprio davanti) e il non comodo collegamento pubblico. Elementi su cui Brignone e Soci poco possono incidere. Ieri il Sindaco Appendino e l’Assessore Sacco erano in prima fila, e hanno promesso pieno appoggio della Città.

Vedremo…

EDIT Torino: i numeri

2400: i metri quadri sviluppati su due piani;
55: gli addetti dei differenti spazi;
7: i giorni di apertura;
7,00 – 2,00: l’orario di apertura;
25: i metri di bancone nel pub;
19: le spine della birra;
80: le referenze birra tra lattine e bottiglie;
888: le referenze del cocktail bar;
380: i posti a sedere;
6000: i led che compongono l’installazione luminosa;
80 x 13: lunghezza e larghezza del locale;
4: le cucine;
1: la Sala per show Cooking e eventi;
20: i cuochi.



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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