Premessa n°1: in Italia si perdona tutto eccetto il successo.
Come sempre avviene, vengono presi a pretesto scioperi e presunte crisi per attaccare l’avversario di turno. Il tutto senza analizzare numeri e situazioni.
Eataly vive un momento delicato; nuove aperture italiane (vedi
Forlì) vanno in parallelo con la frenata dei consumi sul mercato interno italiano e con la necessità di crescere per raggiungere quella massa critica di fatturato necessaria per la quotazione in
Borsa.
Nel mezzo l’espansione estera (prossima tappa Londra?) e la necessità di preservare un patrimonio italiano.
Oscar Farinetti, in verità, non ha certo mai avuto paura di esporsi (politicamente e lavorativamente) e quindi è osteggiato o vezzeggiato. Pochi osservatori analizzano
“a freddo” l’andamento di
Eataly e società collegate.
Partiamo dalla prima notizia. Si è tenuto, nei giorni scorsi, il primo sciopero dei dipendenti di
Eataly Firenze. La società non avrebbe rinnovato la metà dei contratti in essere.
Crisi o business plan errato?
Seconda notizia. Un
articolo di
Libero, attacca da “Destra”, l’impero di Farinetti riprendendo le argomentazioni de
Il Fatto Quotidiano. Stipendi di
800€ al mese di fronte a
40 ore lavorate a settimana (
ma siamo sicuri che in altre catene G.D.O. ci siano condizioni migliori?).
Eataly, nel 2015, ha in mano due progetti strategici; la ristorazione di
Expo 2015 e l’inaugurazione della bologese
FI.CO (Fabbrica Italiana Contadini) altro megaprogetto al centro di ammirazione e polemiche. Certo questo non diminuirà le polemiche intorno all’operato farinettiano.
Alcuni
rumors (
vedi qui) iniziano a parlare di risultati altalenanti a
Torino, Bologna, Roma con il sostanziale avanzamento del solo
Eataly Smeraldo di
Milano.
Novità? Non penso che nessuna azienda G.D.O. operante sul mercato italiano possa affermare di avere una rete in perfetta salute, forse neanche dalle parti di LIDL.
La forza di Eataly è l’estero, dove ha saputo “fare sistema” anche con marchi come Barilla e Ferrero.
Siamo sicuri che gli attacchi a Farinetti continueranno e che non pochi vorrebbero vederlo a terra.
Ma Eataly rappresenta, e forse rappresenterà ancora di più in futuro, il vero “moltiplicatore” estero per tante aziende del “Made in Italy”.
Con buona pace di Cobas e Travaglio …