Premessa n°1: in Italia ogni innovazione legata al lavoro è vista come un sacrilegio per almeno metà della popolazione.
Premessa n°2: in Italia, anche se dai lavoro, vieni sempre visto con sospetto.
Detto questo, è notizia dell’estate l’integrativo al contratto di lavoro della
Gromart (fondata da
Martinetti e Grom per gestire i negozi a marchio
Grom) che prevede una “banca” per risparmiare ore durante le giornate di pioggia e recuperare durante quelle di sole.
Rosanna Santonocito spiega bene questo meccanismo nel suo
blog. Lo stipendio rimane uguale (anzi si prevede un
bonus legato al risultato di gestione del
punto vendita) ma le ore diventano flessibili e seguono le esigenze gestionali di ogni singolo punto vendita.
Il contratto prevede una volontarietà di adesione alla formula. Le sigle sindacali coinvolte hanno firmato il contratto lo scorso anno.
Personalmente, non vediamo nulla di strano nel contratto: impossibile pensare che una realtà di eccellenza ma ancora piccola come
Grom (piccola a confronto dei colossi retail come
Starbuck’s,
McDonald’s ecc. ecc.) non debba mettere in campo azioni di difesa dei ricavi davanti a situazioni anche metereologicamente difficili.
In Italia, si sa, chi fa innovazione è visto sempre con sospetto. Se poi l’innovazione viene realizzata alla voce “lavoro” allora la corsa alla critica è d’obbligo.
Ma penso che sia impossibile per un dipendente pensare di essere slegato totalmente dalla realtà lavorativa in cui vive; il settore food ha vissuto un’estate “maledetta” sia per il fattore meteo sia per varie crisi (Ucraina, sanzioni Russia-U.E., deflazione) e tutti devono fare uno sforzo.