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Un bilancio delle ATPFinals Torino: UP&DOWN

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Un bilancio delle ATPFinals Torino si può tracciare, anche alla luce delle parole del Sindaco Stefano Lo Russo riprese da La Stampa. Aspetti positivi e negativi della prima edizione sono sotto gli occhi di tutti, un utile rodaggio per i prossimi quattro anni.

L’arrivo delle ATPFinals era stato il cavallo di battaglia della Giunta Appendino, anche se non sono mancate le polemiche con il Presidente CONI Giovanni Malagò.

Ma il passato è archiviato, e il neo Sindaco ha dettato la linea delle prossime edizioni: il modello 2006 con il coinvolgimento di tutta la città è la via.

Mimmo Caretta, neo Assessore ai grandi eventi, ha affermato di essere soddisfatto della prima edizione e di iniziare a lavorare per implementare la prossima.

Allargare anche ad altre location oltre a PalaAlpitour, Nuvola Lavazza, Grattacielo Intesa e piazza San Carlo è ormai volontà di tutti.

Ma cosa ha funzionato della prima edizione e cosa non ha funzionato?

Cosa ha funzionato

Un plauso ai privati (due grandi aziende torinesi) coinvolte direttamente come sponsor e promotori: Lavazza e Intesa San Paolo. In particolare la settimana alla Nuvola Lavazza (con il partner tecnico To-Be Events) ha rappresentato veramente quel calendario OFF che ormai è comun denominatore di ogni grande evento. Chef e aziende coinvolte nell’evento, tanta gente, entusiasmo e un format da salvare per le prossime edizioni.

Un calendario fitto di degustazioni e presentazioni di prodotti territoriali anche all’interno del PalaAlpitour, la struttura olimpica sede delle partite. Tanti partner e Consorzi coinvolti da Gattinoni e non solo. Una bella occasione per marchi e produttori di mettersi in mostra.

Diciamo che l’enogastronomia torinese e piemontese ha fatto la parte del leone, con una visibilità su varie location che porterà valore.

Cosa non ha funzionato

Purtroppo la questione dei biglietti ATP annullati è una macchia su questa prima edizione. Va bene l’emergenza Covid-19, ma il meccanismo è apparso fin da subito oscuro e poco trasparente.

Anche la gestione controllo accessi non è apparsa impeccabile, con lunghe code soprattutto nei primi match.

Come già detto, il rapporto torneo-resto della città non ha funzionato. Tante zone e Musei della città non hanno beneficiato del flusso di turisti appassionati (di cui il 33% non era mai stato a Torino).

Capitolo a parte lo merita il villaggio Fan di piazza San Carlo. Il calendario eventi e degustazioni è stato fitto e di alto livello, ma le strutture non erano all’altezza dell’evento.

La sovraintendente di Torino Luisa Papotti ha parlato chiaro, e ci sentiamo di darle ragione. Romanticamente vedrei bene un recupero dei Giardini Sambuy, che da anni sono uno dei buchi neri del centro cittadino.

In concomitanza con il bonus facciate, non hanno aiutato nemmeno i tanti cantieri per rifacimento facciate presenti in centro. Diciamo che sarà un investimento per le prossime edizioni.

Un bilancio delle ATPFinals Torino: i numeri

Il turista Atp Finals ha speso una cifra non particolarmente alta per dormire, ha dedicato più budget al cibo e ha investito poco nello shopping e nei Musei.

Se nelle stime fatte prima dell’evento si parlava di circa 200€ di media al giorno per visitatore, con ricadute sul territorio per almeno 10 milioni€, anche una prima analisi sulla spesa effettiva sembra confermare le aspettative.

Lo studio è stato realizzato dall’Osservatorio di Turismo Torino e Provincia ed è un’elaborazione che restituisce una prima stima tempestiva sull’andamento dell’evento.

Il turista in visita a Torino durante le Nitto AtpFinals ha un’età compresa tra i 36 e 50 anni (36%), con un livello di istruzione medio-alto (85% di laureati/diplomati), i cui interessi sono principalmente focalizzati su sport e natura (21%), cultura (43%) ed enogastronomia (14%).

Il 33% dichiara di essere venuto per la prima volta a Torino, il 37% ha detto di esserci stato già altre volte e il 13% viene sovente e conosce la città.

La motivazione principale che li ha spinti a venire è l’evento in sé (60%) essendo in maggioranza appassionati del circuito Atp (49%).

Per ciò che concerne il soggiorno, la permanenza media si attesta su tre notti o più (40%), seguita da due notti (26%), nonostante emerga una significativa quota percentuale di chi è venuto in giornata (19%), dato che viene confermato nel focus sulla provenienza in cui si denota ai primi posti una prevalenza di piemontesi e lombardi.

In quarta posizione troviamo chi ha soggiornato soltanto una notte (15%).

Le strutture ricettive preferite sono state da un lato quelle alberghiere (43%) e la soluzione preferita in questo caso è l’hotel a 3 stelle (21%), ma si evidenzia anche la scelta di pernottare da amici o parenti (22%) e in appartamenti a uso turistico (20%).

La spesa per il pernottamento giornaliero per persona si divide principalmente tra tre fasce: minore di 10€ (21%), da 31 a 50€ (19%) e dai 51 ai 100 (27%).

Capitolo ristoranti e i bar: si è speso al giorno per persona tra i 31 e i 50€ (27%), mentre il 22% ha dichiarato di spendere tra i 51 e i 150€, seguito dalla fascia 21-30€ (20%).



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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