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Dimissioni Ascheri: nel vino piemontese vince il campanile?

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Dimissioni Ascheri da Piemonte Land of Wine: nel mondo del vino piemontese l’inizio del 2022 si apre con una tempesta.

Piemonte Land of Wine è un progetto di super consorzio nato nel 2011 per coordinare 13 Consorzi del vino piemontese.

Ieri le dimissioni di Matteo Ascheri (ormai ex Presidente e attuale riferimento del Consorzio Barolo) ha sancito la crisi di un progetto nato per far marciare in un’unica direzione tutte le realtà consortili del vino in Piemonte ma che sta velocemente naufragando.

Dopo il suo addio, Piemonte Land of Wine non ha perso solo Matteo Ascheri ma anche due consorzi: hanno infatti lasciato anche il Consorzio Barolo e Barbaresco e il Consorzio del Roero (hanno reso noto che metteranno in vendita le loro quote).

“E non saranno le uniche ad aver preso questa decisione” avvisa Ascheri.

Molto polemico Francesco Monchiero, presidente del Consorzio del Roero, che ribadisce le idee di Matteo Ascheri.

“Da sette anni sono all’interno di Piemonte Land of Wine e già a maggio 2020 volevo far uscire il Consorzio del Roero. Poi con l’elezione a presidente di Matteo Ascheri, avvenuta nel mese di luglio 2020, abbiamo deciso di continuare, appoggiando il suo operato. Purtroppo anche lui, nonostante il suo grande impegno e la sua visione, si è scontrato con persone ottuse e poco propense a guardare oltre le azioni a breve termine“.

Il 13 gennaio è stata indetta una riunione per discutere l’attività futura dell’ente.

Langhe e Roero contro Astigiani

Certamente è forte il contrasto fra roerini e langaroli da una parte ed astigiani dall’altra.

Ma ha senso un’organizzazione senza Roero e Langa? Ovviamente no, visto che si parla di denominazioni ed aziende che “pesano” per fatturato ed immagine.

La frattura è personale ma anche strategica: le due parti viaggiano su binari differenti.

La parte albese è dominata da cantine medio piccole che puntano tutto sulla qualità e sull’esclusività dei propri vini; la parte astigiana vede prevalere dinamiche delle grandi aziende e delle società cooperative che mettono sul mercato grandi quantità di prodotto.

Da una parte il mondo del Barolo, del Barbaresco e del Roero, dall’altra quello della Barbera e dell’Asti Spumante: difficile far convivere sotto lo stesso tetto le necessità e le ambizioni di entrambe, sia nelle grandi strategie, sia nelle piccole promozioni, sebbene tutti ritengano di grande valore e potenzialità il brand Piemonte.

“Abbiamo provato in ogni modo a proporre delle iniziative serie e dei piani di promozione di ampio respiro, ma ce li hanno bocciati tutti preferendo finanziare eventi che non vanno nella direzione da noi auspicata – dice Ascheri – di fronte a due visioni molto diverse sull’immagine e sul futuro del vino piemontese, l’unica soluzione era farsi da parte e proseguire ognuno per la sua strada”.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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