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Oktoberfest Cuneo: utile a chi?

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Oktoberfest Cuneo, perchè? Quanto valore ha portato al territorio e al turismo della città piemontese questa manifestazione?

Leggiamo sul sito di La Stampa dell’8 ottobre“contiamo di attirare non meno di 70 mila visitatori a un avvenimento che sarà la riproduzione più fedele della festa originale. Offriremo, in miniatura, la manifestazione più grande del mondo, esempio di calore, folclore, tradizione, amicizia” – così l’imprenditore cuneese Carlo Pallavicini, amministratore delegato della società Sidevens.

“Abbiamo aderito con entusiasmo – hanno detto il sindaco, Federico Borgna, e l’assessore alle Manifestazioni, Paola Olivero -, perché il progetto va oltre il significato della festa della birra. Cuneo è una città che ha più contenuti che immagine: le ricchezze ci sono, da sempre, ma bisogna saperle valorizzare. L’Oktoberfest Cuneo offre questa opportunità, in una piazza d’Armi che nel 2017 sarà sottoposta a un percorso di trasformazione”.

Quindi, la politica cittadina ha appoggiato un’iniziativa totalmente privata nata per promuovere la birra Paulaner di Monaco di Baviera. In un territorio ricco di aziende e produzioni artigianali di birra.

Solo noi cogliamo la “genialità dadaista” della decisione?

I numeri della Oktoberfest Cuneo sono mastodontici – 80.000 persone, 40.000 litri di birra, 3.500 primi, 5.000 stinchi, 4.000 polli, 4.500 hamburger, 3.500 salsicce, 7.000 porzioni di patatine e 3.500 strudel.

Diego Botta, uno dei soci del Birrificio artigianale Kauss, si è giustamente fatto delle domande e dato delle risposte: “quale sarà stata la reale ricaduta sul territorio? Quanti prodotti dei numerosi venduti e somministrati (a leggere qui diverse migliaia) sono stati acquistati nella provincia di Cuneo che assieme a i suoi Enti (vedi Comune di Cuneo, Confcommercio, Camera di Commercio etc…) ne hanno dato il patrocinio?

Perchè l’Atl che dovrebbe occuparsi della promozione del territorio della provincia e dei suoi prodotti tipici ha patrocinato una manifestazione che promuove una provincia tedesca ed i suoi prodotti? Se si esclude l’aspetto goliardico e folkloristico non riesco proprio a spiegarmi il perchè di questi patrocini…mah”.

Raggiunto da Eat Piemonte, Diego Botta ha approfondito il suo pensiero: “la mia riflessione partiva dal cibo. Se si leggono i numeri riportati si vedrà che si parla di cifre mostruose (a dei prezzi tra l’altro tutt’altro che popolari). Nulla da eccepire sul successo imprenditoriale degli organizzatori, d’altronde il loro scopo era quello di fare business ed hanno raggiunto il loro obiettivo.

Nulla da eccepire neppure nei confronti dei consumatori che hanno deciso di farsi “spennare” per mangiare e bere dei prodotti che in situazioni normali gli sarebbero costati la metà e la cui qualità ed origine a mio modesto avviso non giustificano il prezzo”.

La vera responsabilità è quella delle Istituzioni locali. Continua Diego Botta: “molto da eccepire invece nei confronti delle Istituzioni che hanno patrocinato un evento che ha portato poco in termini sia economici che turistici. Non penso che all’Oktoberfest Cuneo abbia partecipato gente in arrivo da più di 50 km se si considera che la stessa festa è stata fatta a Cherasco con Lowenbrau e a Torino con HB“.

Infine il giusto affondo: “non penso neppure che l’Oktoberfest Cuneo abbia senso di essere definita una manifestazione strategica per la promozione del cuneese, avendo di locale ben poco se non nulla. Se vogliamo poi parlare del Comune, Provincia, Confocommercio e Camera di Commercio che vivono di tasse e contributi delle aziende locali veramente mi piacerebbe sapere quante delle materie prime utilizzate (esclusa la birra che ovviamente è di origine tedesca) sono di origine della provincia.

Quante aziende delle territorio hanno ottenuto un beneficio economico da questa manifestazione e quali possono essere state secondo l’ATL le ricadute positive in termine di immagine e promozione per il territorio della provincia di Cuneo”.

Lo chiediamo anche noi alle Istituzioni citate da Diego Botta.

Conclude il Mastro birraio di Kauss: “per quanto riguarda il discorso dei locali posso dire tranquillamente che, soprattuto in settimana, i locali cittadini erano meno frequentati del solito (locali per altro che pagano la tessera alla Confcommercio che ha patrocinato l’iniziativa) e penso che le 200 persone assunte per 10 giorni abbiano semplicemente coperto il gap lasciato dagli altri locali”.

Ma Diego Botta fa anche autocritica e lancia un monito a tutti i produttori di birra artigianale della provincia Granda: “quello però che posso dire è che, a mio avviso, dovremmo imparare molto da questa esperienza ed impare noi produttori a fare più rete. Penso ad una bella Oktoberfest alternativa con un offerta di prodotti tutta cuneese. Chissà se le Istituzioni ci appoggerebbero allo stesso modo…”.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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