Mattia Corbella è un giovane bartender, ovvero un operatore bar specializzato in caffetteria e miscelazione. È giovane, ma ha già alle spalle esperienze importanti nel mondo dei locali che gli hanno garantito un posto nella squadra di Affini, il più innovativo fra i cocktail bar torinesi. Lo abbiamo chiamato per una breve intervista.
Quando arrivò il momento di scegliere la scuola superiore, ero indeciso se fare l’alberghiero oppure il perito aeronautico. Scelsi la seconda opzione. Adesso, circa dieci anni dopo, mi ritrovo a lavorare nella ristorazione. Mi sono avvicinato al mondo della mixologia circa quattro anni fa, quando ero in Australia. Facevo il cameriere a Melbourne e dietro al banco c’era un barista molto appassionato, che amava creare e inventare nuovi mix. Grazie a lui mi sono avvicinato al mestiere del bartender. Un paio di mesi dopo, decisi di tornare a casa e iniziare a specializzarmi. La mia prima esperienza è stata in un cocktail catering. Poco dopo, fui preso al Piano 35. Ora inizia l’esperienza nel team di Affini.
Bere intelligente vuol dire bere bene, ovvero il giusto senza esagerare. Dopo un certo numero di drink, il nostro palato e il nostro cervello faticano ad avvertire gusti, aromi e profumi, quindi il nostro lavoro sarebbe inutile e sprecato. Bere intelligente per me vuol dire farsi coccolare, provare nuovi gusti e sapori e allo stesso tempo divertirsi, godersi a pieno il momento.
Sono dell’idea che negli anni a venire questi due mondi saranno sempre più vicini. Al momento abbinare un drink a un piatto è una cosa che mi stimola molto, ma che sto ancora studiando. In futuro, sono convinto che il banco del bar potrebbe diventare una piccola cucina istantanea a vista. Sarà davvero una cosa nuova, mai vista.