Cascina Ranverso si definisce Relais Enogastronomico ma anche agriturismo. In realtà è tante cose in un unico luogo. La scorsa settimana siamo stati loro ospiti.
Location per matrimoni, ristorante alla carta, agriturismo, allevamento. Ma perchè non mettiamo da parte le definizioni?
Cascina Ranverso è prima di tutto un progetto di mecenatismo. Il recupero di un luogo storico della Bassa Valsusa (risalente al 1782), attività che parte della tenuta dell’Abbazia di Sant’Antonio di Ranverso (foto sotto), il complesso gotico fondato nel 1188 da Umberto III di Savoia.
Senza il recupero della famiglia D’Aguì, io per primo non avrei mai scoperto questo luogo.
Un restauro ed immaginiamo un business plan complicati, richiedenti tanto coraggio e forse una bella dose di follia.
Quarantacinque ettari fra vigneto e pascolo, laghetto e strutture residenziali ed agricole non sono uno scherzo per qualsiasi gestione aziendale, tantomeno per neofiti dell’agricoltura e dell’accoglienza turistica.
Il territorio circostante, del resto, è ancora un’incognita. La Valsusa, come il Canavese, è luogo di grandi potenzialità in parte espresse e in parte ancora non sfruttate.
Perchè da secoli la buona borghesia si carica di imprese al limite dell’impossibile ma non impossibili.
Ed ecco allora che la restituzione di un luogo al mondo viene accolto dalla gente con positività, con le prime numerose prenotazioni per eventi e matrimoni, con un ristorante pieno, con attestati di stima.
La proprietà di Cascina Ranverso ha scelto la filosofia biodinamica per la propria struttura. Lungi da noi aprire un dibattito, ma troviamo che la decisione strategica abbia un suo senso.
Quale altro luogo può sperimentare nuovi approcci se non questa impresa illuminata? Ecco allora l’allevamento, la produzione e la trasformazione che rispettano i dettami filosofici in un ambiente rilassato ed equilibrato.
Del resto qualcuno mangerebbe, dormirebbe o si sposerebbe dentro un allevamento intensivo?
Come detto sopra Cascina Ranverso è anche ristorazione. Una sala per ristorante alla carta e diverse sale per ricevimenti ed eventi.
Lo Chef è Giuseppe Fonsdituri (ex Hotel Principi di Piemonte), accompagnato da uno staff veramente giovane.
Nella Crotta (la cantina in piemontese) viene tenuta una selezione di vini biodinamici, naturali e convenzionali, molti serviti al calice.
Il 6 settembre 2017 si è realizzata la prima vendemmia (un ettaro) con il vitigno Baratuciat.
Le birre che propongono sono realizzate in Valsusa da un microbirrificio artigianale , Lis D’Oc di Borgone.
L’apertura ristorante è dal giovedi alla domenica. Il menù è rivisto una volta al mese e si cena con massimo 50€ vini esclusi.
Parlando con i proprietari abbiamo capito che il progetto è ancora in trasformazione. Didattica, eventi, coinvolgimento del territorio sono tre stimoli ben presenti nella mente dei gestori.
Ovviamente passo dopo passo, nel solco della sostenibilità economica, Cascina Ranverso può evolvere in qualcosa di importante per il mondo del turismo piemontese.
Per ulteriori informazioni visitate il loro sito.
Crediti fotografici @CascinaRanverso