“Torino sarebbe molto più povera, gastronomicamente, ma non solo, se fosse vero tutto quello che ha scritto” così Margherita Oggero, giallista torinese di fama nazionale, ha introdotto la presentazione del nuovo libro di Luca Iaccarino.
Il giallo “Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino” è l’ultimo nato della collana “Alla Carta” di EDT.
Una lavoro editoriale curato dall’autore e dedicata alle città dal punto di vista gastronomico: Marco Malvaldi parlò di Barcellona, Sara Porro del Perù, e chi meglio di Luca Iaccarino poteva parlare della Torino gastronomica?
Per non cadere nel solito elenco di piatti quali agnolotti, grissini e cioccolato, Luca Iaccarino ha scritto un giallo dove la ricerca dell’assassino è subordinata alle divagazioni sul tema.
Quello che pervade il romanzo è, a detta stessa dell’autore, il sottile umorismo piemontese che nulla ha a che fare con la comicità nel senso più stretto del termine, ma che lascia nel lettore quel sorriso sornione ai limiti del beffardo.
Il fil rouge, come detto, è la cucina.
Non solo quella altissima di Baronetto, lo chef del Ristorante del Cambio che, ahilui non dura più di una manciata di pagine, o del maestro Scabin, patron del Combal 2.0, ma anche e soprattutto quella delle trattorie e delle piole tanto amate dall’autore.
Mirabile il passaggio in cui, in uno spagnolo maccheronico più simile al veneto che al castigliano, il protagonista (l’autore stesso) spiega ad un famosissimo chef i piatti poveri come i peperoni in bagna caoda e il bagnetto verde.
Un giallo per essere chiamato tale ha bisogno della giusta dose di mistero e di un commissario in grado di risolvere gli enigmi.
Qui Luca Iaccarino tira fuori dal cilindro il commissario più famoso di Torino: quel Santamaria, napoletano, elegante e belloccio, uscito dalla penna di Fruttero e Lucentini di La donna della Domenica.
Più che una citazione, diremmo un omaggio.
Non manca ovviamente il critico gastronomico, preso di mira e reso antipatico tanto quanto quell’Anton Ego, arcigno e magrissimo che in Ratatouille aveva causato ben più di un rompicapo agli Chef parigini
Insomma come in ogni buona ricetta gli ingredienti ci sono tutti e la lettura del romanzo assicura almeno due emozioni: il sorriso e una certa acquolina in bocca.
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Qualcuno sta uccidendo i migliori cuochi di Torino, EDT, in vendita.