Un blog come il nostro non può rimanere indefferente ad un dibattito come questo, approcciando però la questione con molta umiltà.
Non siamo tecnici alimentari, quindi ci affideremo alle risposte che
Guido Martinetti ha voluto dare a
IL FATTO ALIMENTARE , alle pagine del sito di
GROM e personalmente a noi.
Siamo però consumatori ed operatori marketing, e in queste due direzioni possiamo esprimere un’opinione supportata da fatti.
Purtroppo siamo anche over trenta, e ben ci ricordiamo da consumatori certi “gelati artigianali” gusto puffo oppure al limone (colore giallo …); a nostro parere Grom non è la migliore gelateria d’Italia o di Torino ma offre un prodotto che, spalmato ormai su una catena internazionale, ha standard elevati.
Come operatori marketing possiamo invece affermare che Grom non ha rivali nel panorama della Food Valley piemontese di qualità, avendo costruito – Federico Grom e Martinetti – una macchina comunicativa di estrema efficacia (basta entrare in un loro negozio per capirlo) e avendo imposto standard a tutto il settore.
Infine ringraziamo l’ufficio stampa di Grom per averci inviato le risposte di Guido Martinetti a due nostre domande specifiche:
Dario Ujetto – La polemica su cos’è il gelato artigianale serpeggia in Italia da molto tempo. Grom si ritiene un produttore artigianale? E su quali basi?
Dario Ujetto – Come commentate questa affermazione: “Grom dichiara di non usare additivi per differenziarsi dalle gelaterie artigianali, ma si tratta di un modo per farsi pubblicità, sfruttando la scarsa conoscenza della gente e l’emotività dei consumatori che quando si parla di additivi entrano in fibrillazione. In realtà il gelato di Grom contiene l’E410, un additivo conosciuto con il nome di farina di semi di carrube. (tratto da IL FATTO ALIMENTARE).
Guido Martinetti – Buongiorno Dario,
In merito alla prima, non posso che risponderle che
Grom ritiene semplicemente di essere un produttore di gelato molto serio e attento alla qualità dei propri prodotti e alla salute dei consumatori. Non esistendo, al momento, una normativa che definisca il
“gelato artigianale” non possiamo esprimerci in affermazioni in questo senso; fermo restando, tuttavia, che pensiamo che se fare il gelato in modo “artigianale” significhi usare solo le migliori materie prime e non utilizzare additivi chimici, il gelato di
Grom sia assolutamente artigianale e che se, invece, significhi fare piccole quantità di gelato, magari utilizzando paste semilavorate con gli additivi necessari per poterle fare (coloranti, emulsionanti, aromi etc.), ma nel retrobottega, Grom non sia artigianale.Circa il commento che mi chiede, invece, devo scriverle che l’affermazione riportata è erronea.
Grom, infatti, dichiara semplicemente di non usare additivi chimici (e tra questi non rientra certo la farina di semi di carrube, prodotta per macinazione dei semi stessi) e dichiara, invece, sulla tabella degli ingredienti presente in ogni singolo negozio come sul sito
www.grom.it (
http://www.grom.it/ita/ingredienti.php), di utilizzare – come detto – come unico additivo la farina di semi di carruba, l’addensante considerato più naturale (oltre che il più costoso) tra quelli presenti in commercio.