Gin agricolo. Già il nome del progetto ha destato il nostro interesse, anche se “agricolo” rischia di essere il nuovo “territorio” o “qualità”. Etichette prive, in molti casi, di vero significato.
Ma la storia di Franco Cavallero e la sua volontà di produrre e proporre al mercato il Gin agricolo piemontese ci incuriosisce assai. E siamo qui a raccontare la sua storia e a spiegarvi come poter partecipare al suo sogno.
Il Gin artigianale è da tempo uno dei trend in ascesa del mercato italiano. Qui Andrea Soban ne tracciava un panorama italiano per il magazine Dissapore.
Abbiamo raccolto le parole di Cavallero, già socio di Cantine Sant’Agata.
Il mio progetto consiste nel produrre un Gin con il controllo dell’intera filiera di produzione delle botaniche utilizzate.
L’idea nasce nel mio wine bar “il Cicchetto” di Asti, da anni infatti seleziono Gin provenienti da diversi parti del mondo per proporli alla mia clientela, dopo circa due anni ho pensato “perchè non produrre un Gin totalmente italiano e frutto della terra piemontese?” Da qui è nato Gin agricolo!
Il progetto consiste nel controllare la filiera di produzione delle botaniche, cercando dove possibile di produrre direttamente sui nostri terreni, rispettando i criteri di basso impatto ambientale e massimo rispetto per la natura.
In collaborazione con alcune aziende produttrici di piante officinali, sto continuando la ricerca e selezione sul territorio piemontese di bacche, spezie e fiori che andranno a sostituire le botaniche oggi importate o non coltivate sul territorio.
Non conosco direttamente il procedimento industriale di produzione del Gin, ho solo le informazioni classiche delle comunicazioni aziendali, quindi non sono in grado di dire le differenze.
Il Gin agricolo viene prodotto in piccoli lotti, dove le botaniche vengono infuse nella base alcolica singolarmente, quindi con il massimo rispetto dei tempi di permanenza, salvaguardando i profumi più delicati e profondi.
Il Gin agricolo viene prodotto senza utilizzare essenze di sintesi e senza l’aiuto di nessun tipo di prodotto chimico, è un prodotto interamente naturale.
In Germania sono diversi gli esempi di piccole distillerie che utilizzano prodotti raccolti nelle foreste, il Monkey viene prodotto con 47 diversi tipi di botaniche raccolte naturalmente nella foresta nera.
L’unico esempio riconducibile al mio progetto si chiama Farmer’s Gin e viene prodotto negli USA.
In Piemonte abbiamo un patrimonio varietale molto importante, sulle nostre montagne cresce in modo spontaneo il Ginepro, l’assenzio, la verbena, i lamponi selvatici e molte altre piante officinali dalle essenze profumate. Inoltre la tradizione liquorisitica piemontese si era già sviluppata alla fine del 1700 con la ricerca per i vermouth di Torino, ricette che hanno fatto la storia del bere non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
La prima produzione è stata di circa 1000 bottiglie per tipo, sto programmando la produzione per il prossimo anno e se i piani di sviluppo seguiranno le attese, dovrei produrre circa 5000 bottiglie per tipo ogni anno. Un obiettivo ambizioso, come ambizioso è il progetto stesso.
Ho avviato un progetto di crowdfounding sul sito Woopfood, questa raccolta fondi servirà a finanziare i nuovi impianti di botaniche sui miei terreni. Ho già iniziato le preparazioni del terreno e inizierò a piantare le prime piantine questa primavera.
Crediti fotografici: (Damarco, Cantine Sant’Agata).
Per finanziare il progetto di Gin agricolo clicca QUI.
OTTIMI GIN, CARATTERISTICI E UNICI. (E SPLENDIDA FOTO!)