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USA: le Food Halls come risposta agli e-commerce

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Cosa succede quando l’avanzata degli e-commerce svuotano i Mall tradizionali? Ecco che i grandi progetti immobiliari si spostano verso l’esperenzialità e la convivialità, ovvero le Food Halls!

Secondo Cushman&Wakefield sono stati aperti negli USA, dal 2017, circa 118 Food Halls.

La città di New York ospita 25 attività, altri 10 in costruzione. Tanti altri progetti sono in apertura a San Francisco, Los Angeles, Chicago, Philadelphia, Austin, Plano, Omaha, Portland, Maine.

Eater NY ha pubblicato perfino un post con i migliori indirizzi a NYC.

Molti osservatori ritengono che il fenomeno Food Halls sia la sostituzione del fenomeno Food Truck, ormai estinto.

“When consumers have wearied of giant chains but still demand food that is novel, inexpensive and fast, food trucks are the new incubators of culinary innovation” scrisse Jonathan Gold su Smithsonian nel 2012 sul fenomeno Truck.

Anni dopo, la spinta creativa ed imprenditoriale si è spenta e spostata verso progetto immobiliari.

“Food hall licenses have shorter terms than restaurant leases because the landlord wants flexibility to rotate vendors in and out” – ha detto ad Eater Kevin Lillis, partner e CEO di Hospitality Alliance.

Quindi flessibilità e velocità nella rotazione degli spazi, quasi dei temporary store del cibo.

Di fronte ad affitti che possono raggiungere 8.000$ per 200 piedi-quadrati (NY), tanti imprenditori del cibo preferiscono questa formula di aggregazione piuttosto che rischiare 30.000€ al mese per 2.000 piedi-quadrati (sempre a NY).

Alcuni padroni chiedono anche una percentuale sulle vendite giornaliere, ma tante attività preferiscono costi più altri per piede-quadrato ma la certezza di maggior traffico, servizi comuni ed aggregazione.

Food Halls: perchè sono attrattive per la nuova imprenditoria USA

Un ristorante stand-alone può arrivare a richiedere un investimento medio in FF&E (furniture, fixtures, equipment) di 500.000$, mentre una personalizzazione in uno spazio Food Halls solo fino a 75.000$.

Inoltre il ristoratore è solo, mentre un’attività in spazi comuni è una sorta di nuova comunità del cibo.

Food Halls: pianificazione e non concorrenza

Le Food Halls media americana lanciano 50 spazi ognuna, ed è importante la varietà del cibo e la pianificazione a monte.

Una tipologia di locale (es. mexican o hamburger) ha spesso un solo operatore specializzato, in modo da non creare concorrenza interna.

Inoltre la pianificazione a monte delle operations giornaliere e della comunicazione sono demandate a manager assunti ad hoc.

L’esperimento di Mercato Metropolitano a Torino andava dunque in questa direzione, anche se la fortuna non ha sorriso a proprietà, locali e fornitori.

Ben più fortuna commerciale stanno incontrando i Mercati Centrali di Firenze e Roma.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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