La chiusura delle gelaterie Grom a Udine, Treviso ed in via Cernaia a Torino sono una strategia naturale avviata da Unilever.
Alle chiusure del 2019 (fra le tante Modena, Mestre, Varese, Alessandria) ne seguiranno altri nel primo trimestre 2020.
Crisi? Assolutamente no, ma un’evoluzione naturale del modello di business dopo l’acquisizione dell’azienda piemontese da parte di Unilever.
Prima dell’acquisizione di ottobre 2015, Grom contava 67 negozi in Italia (oggi sono 46). Ma nel 2019, Grom ha dichiarato un turnover di 44 milioni€, con crescita 2015-2019 del +46,7%.
GDO e crescita estera sono i due mantra del conglomeato anglo-olandese, che gestisce il marchio come un brand premium, superiore ma complementare ad Algida e Magnum.
In Italia rimarranno dunque in piedi solo le gelaterie fisiche con maggiore redditività, di maggior passaggio e concentrate in aree urbane come Milano e Roma.
Le chiusure, così come è avvenuto per alcune Banche durante la stagione delle dismissioni di filiali, sono anche opportunità per la crescita di altre imprese.
Il negozio di via Cernaia, per esempio, è diventato un’insegna di Alberto Marchetti.