Condurre una stessa azienda dal ‘600 è roba da Marchesi Antinori.
Non siamo però nella “glam” Toscana, ma nel laborioso Piemonte dell’hinterland torinese (per la precisione
Villastellone).
E parliamo della
famiglia Crivello, produttori caseari e proprietari della
Cascina Fontanacervo. Intervistiamo Giovanni Crivello.
Siete un’azienda locale e sostenibile. Pensate che il vostro consumatore inizi a capire che questi valori sono fondamentali non solo sul cibo?
I nostri clienti scelgono i prodotti
Cascina Fontanacervo perché conoscono (e sposano) la nostra filosofia: arrivano da noi preparati,fanno una spesa mirata, ci scrivono per porci delle domande inerenti.
Sanno come lavoriamo e da quali principi sono dettate le nostre scelte.
La maggior parte dei consumatori però non ha idea di cosa voglia dire “locale” o “sostenibile”.
E’ molto più facile parlare con i 25-30enni: hanno le idee più chiare in questo senso, fanno scelte mirate e consapevoli.
Gestite un’azienda dal ‘600. Ma facciamo un passo avanti. Cosa è cambiato in Piemonte, nell’agroalimentare, negli ultimi venti anni?
Oggi in Italia (e in Europa) i consumatori si pongono più domande rispetto ad un tempo: si sono accorti che non è il caso di bere e mangiare tutto ciò che la pubblicità suggerisce perché spesso dietro a un prodotto appetibile c’è solo un’ottima campagna di marketing.
Negli anni Settanta non avremmo avuto la possibilità di vendere latte fresco a nome “Cascina Fontanacervo” perché i consumatori agivano guidati dalla forza del brand; si acquistava la marca sull’etichetta, non il contenuto della bottiglia. Solo negli ultimi dieci anni ci si è liberati di questa visione miope.
In poche parole perché un consumatore dovrebbe investire in un prodotto a km0 quando tanti supermercati offrono marche appetibili?
La sensibilizzazione sul tema del Km0 è molto importante per evitare di trasportare il cibo da una parte all’altra del mondo; tuttavia è un concetto poco chiaro, sia al consumatore che (talvolta) agli addetti ai lavori.
A noi piace portare il discorso su un altro livello, fare un passo avanti e allargare il discorso: la natura ci permette di coltivare a latitudini differenti prodotti differenti, che sono quelli di cui chi a quelle latitudini vive ha bisogno per
sostentarsi.
La maggior parte della nostra dieta dovrebbe essere fedele a questo principio. Quando penseremo a una dieta non unica in tutto il mondo, ma locale, che risponda al contesto geografico in cui si vive,non sarà più necessario porsi domande sul Km0.