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Vite Colte si riposiziona verso l’alta gamma: un bilancio 2023

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La cantina cooperativa piemontese Vite Colte ha vissuto un 2023 di ri-posizionamento.

“Abbiamo l’ambizione di diventare gli specialisti dell’alta quota” spiega Piero Quadrumolo, presidente di Vite ColtePambianco Wine&Food; nel 2023 ha registrato ricavi pari a 22,5 milioni di euro, contro i 23,2 milioni del 2022.

“Nonostante le difficoltà economiche e sociali che abbiamo dovuto affrontare sul mercato, come tutti, abbiamo migliorato la qualità a livello di posizionamento, prodotto e distribuzione”.

Su 4 milioni di bottiglie vendute nel 2023, 1,2 milioni appartengono al marchio Vite Colte, che, oltre a dare anche il nome alla società, è dedicato esclusivamente al canale Ho.re.ca.

L’altro brand Terre da Vino opera invece solo in GDO e il suo nome rappresenta la precedente ragione sociale dell’azienda.

Vite Colte è una cantina cooperativa piemontese nata nelle Langhe negli anni ’80 che oggi raccoglie 180 viticoltori per un totale di circa 300 ettari ubicati soprattutto nel comune di Barolo (Cn), dove si trova la sede principale, ma anche nel resto delle Langhe e in Monferrato.

“Ai tempi della fondazione dell’azienda cooperativa, facevamo buoni vini ma lontani dal segmento premium” continua Quadrumolo “poi dopo il successo avuto con La Luna e i Falò, abbiamo cominciato a costruire intorno a questo prodotto un ‘pacchetto’ e da lì abbiamo fondato il nuovo progetto Vite Colte nel 2016, poi diventato anche il nome del marchio che raccoglie tutti i nostri vini di alta gamma”.

Nell’anno fiscale 2022-2023 “abbiamo registrato un leggero calo di fatturato, ma per noi è stato un risultato importante perché abbiamo segnato un incremento notevole nel canale Horeca, che all’estero trova terreno fertile e ci permette di vendere oggettivamente vini più ‘importanti’”.

Riguardo la quota export “oggi siamo attorno al 60% di incidenza sulle vendite, mentre la restante percentuale è riferita al mercato domestico” continua Piero Quadrumolo.

“Ormai da dieci anni l’export ha superato l’Italia, prendendo uno o più punti percentuali all’anno”. E tra gli obiettivi della cantina c’è la volontà di continuare ad espandersi fuori dall’Italia.

“Siamo presenti in Paesi tradizionalmente consumatori di vino italiano come Europa, Stati Uniti, Uk, che fanno quasi il 90% del nostro export, mentre altre aree, tra cui l’Asia, totalizzano il 10 per cento. Russia e Cina sono mercati ancora in fase di stallo“.

A livello di prodotti in portfolio “stiamo dedicando molte energie sull’Alta Langa, perché le bollicine stanno attraversando un momento molto favorevole“.

“A tal proposito abbiamo un progetto che riguarda due prodotti, un brut, che produciamo dal 2017, e un pas dosé, che uscirà a fine anno. Inoltre, stiamo facendo un bel lavoro con il Timorasso e abbiamo un riscontro di interesse sia in Italia che all’estero, perché è uno dei pochi vini bianchi che regge periodi di maturazione e di affinamento lunghi”.

Guardando all’anno in corso, il 2024 “è partito molto bene e pensiamo di chiudere l’anno meglio sia del 2023 che del 2022, anche perché già i contratti che abbiamo acquisito in questi primi mesi con determinati importatori ci fanno ben sperare”.

A livello strategico “abbiamo sposato la linea che prevede di vendere vini di più alta gamma con tutti e due i brand e questo sarà l’obiettivo dei prossimi anni. Può darsi che in qualche caso questa strategia ci possa far perdere qualche bottiglia, ma questa è la nostra strada, che seguiremo con determinazione“.



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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