Una Vanessa Beecroft in solitaria al Combal.Zero. Ogni fase storica ha un suo simbolo, un luogo iconico che cattura il momento.
La decadenza di Torino e la sua incapacità (speriamo temporanea) di trovare una propria nuova vocazione sono oggi rappresentate nelle stanze vuote del fu Combal.Zero.
La vicenda del visionario ristorante di Davide Scabin al fianco del Museo di Arte Contemporanea di Rivoli è risaputa. L’ascesa, le mitiche serate, le Stelle Michelin, la lenta decadenza e la chiusura definitiva.
Chi legge e si appassiona di cibo sa chi è Scabin e cosa ha rappresentato il Combal.Zero. Ovvero uno dei luoghi che faceva brillare Torino nella cartina geografica dei gourmand internazionali.
Un bel pezzo di Edmondo Bertaina su Gazzetta Torino ci ricorda che un’opera dell’iconica artista genovese giace appunto abbandonata. Perchè?
Il bello è che a Torino quasi mai c’è un perchè: una città razionale come una catena di montaggio (ma chi se le ricorda?) pare non avere mai un perchè nello spiegare l’abbandono delle sue glorie all’oblio.
Ci ricorda Bertaina che quasi tutti i lavori della Beecroft sono nati site specific, ossia pensati per quel particolare posto, per cui ogni performance non è mai uguale all’altra.
Unico denominatore comune è il titolo sempre composto dalle sue iniziali, VB e, dal numero progressivo del lavoro. Tra le sue azioni performative più note vi è;VB52 02 NT, 2003-2004 organizzata a Torino (32 commensali attorno a un tavolo tra modelle e signore della Torino bene), da cui l’immagine.
Dunque Vanessa Beecroft in solitaria al Combal.Zero e abbandonata come le sale del ristorante. E ora? Chi se ne occuperà?