UrBees (qui pagina Facebook) è un progetto di apicoltura urbana che allinea l’Italia al resto del mondo. Da tempo, infatti, grandi città come Londra, New York e Melbourne ospitano migliaia di arnie urbane.
Nel video che pubblichiamo, l’ideatore del progetto UrBees – Antonio Barletta – spiega che le api cercano la migrazione in ambiente urbano per la grande biodiversità della città e forse anche per scappare da una campagna sempre meno “accogliente”.
Le api, da non confondere con vespe e calabroni che sono predatori, non sono solo produttrici di miele ma soprattutto un anello fondamentale della catena riproduttiva vegetale. Sono quindi un naturale sensore del benessere ambientale e un partner fondamentale per l’uomo.
Come detto UrBees allinea l’Italia ad altre esperienze globali, nate tutte dall’intuizione della città come ambiente adatto alla vita delle api. Non solo per produrre miele ma anche per progetti di monitoraggi dell’ambiente. Se pensiamo che 10.000 api di un singolo alveare visitano 1.000 fiori al giorno per ognuna, possiamo ben capire che le informazioni raccolte ed immagazzinate sono superiori a quelle di ogni tecnologia conosciuta.
UrBees affianca chi vorrebbe ospitare arnie nei propri spazi, organizza corsi e si autofinanzia con la vendita del miele. Ma il miele urbano è inquinato? NO. Le apri proteggono il loro prodotto e fungono da filtro contro l’inquinamento e i residui urbani.
Le arnie sono accolte anche nel museo Parco Arte Vivente (PAV) complementari all’installazione di Emmanuel Louisgrand.
Scopri Urbees. Qui il link del libro “L’arnia sul balcone?” con la storia di UrBees.