Con il titolo di “Salviamo l’Imbarco Perosino” è iniziata una raccolta fondi da destinare alla salvaguardia dello storico locale del Parco del Valentino.
Attraverso la piattaforma Starteed è possibile donare liberamente una piccola somma per raggiungere la cifra complessiva di 138.000€, utile per evitare lo sfratto della storica famiglia gerente.
Attraverso il profilo Facebook del locale e i social si stanno diffondendo appelli e video.
Spiegano i gestori dalla loro pagina: “sono dieci anni che siamo in giudizio contro il Comune di Torino per rivendicare, convinti delle nostre ragioni, il diritto di poter continuare a vivere e lavorare all’Imbarco, come facciamo da oltre 80 anni, con amore e dedizione”.
“In ogni momento potremmo essere sfrattati dal luogo creato da nostro nonno Alberto Perosino nel 1936 per costruire barche da fiume, dove Graziella Perosino è nata nel 1940 e vive tuttora insieme a Gianni, dove noi siamo cresciuti, dove la nonna Anna iniziò negli anni ’60 l’attività di solarium estivo e noleggio barche, e dove Graziella dal 1987 avviò il ristorante ed il bar dove molti di voi avranno passato giornate e serate di festa, svago o relax”.
La cifra che il Comune di Torino chiede è alta e l’unico modo per evitare lo sgombero è raggiungere con il Comune stesso un accordo. La cifra che serve adesso con urgenza è appunto 138.000€.
Da qui il motivo dell’ iniziativa “Salviamo l’Imbarco Perosino”
Potete aiutare donando qualsiasi cifra oppure scegliendo i rewards e i gestori assicurano che:
– A prescindere dall’importo che raccoglieremo, faremo tutto il possibile per raggiungere la soglia di 138.000€, coinvolgendo anche imprenditori della ristorazione con cui siamo in contatto, in modo tale da avere tutto quello che serve per chiudere l’accordo con il Comune di Torino e salvare l’imbarco Perosino;
– Se non ce la dovessimo fare e verremo sfrattati, tutto l’importo raccolto sarà utilizzato per sgomberare i locali dell’Imbarco Perosino e trovare una nuova sistemazione per Graziella e Gianni.
Il perchè dell’iniziativa “Salviamo l’Imbarco Perosino” è racchiusa proprio nella sua storia.
E’ un luogo unico nel suo genere nel Valentino: l’esistenza di un approdo fluviale sotto il castello Sabaudo del Valentino è documentata su stampe antiche a partire dal 1700.
Qui è dove la Peota Reale di Carlo Emanuele III approdava durante i matrimoni regi e i festeggiamenti cittadini lungo il fiume sino dal 1730.
La struttura dell’edificio ligneo attuale venne realizzata durante Esposizione Universale del 1911 che si svolse al Valentino.
Scrivono i gestori che con i soldi che riusciranno a raccogliere avranno la possibilità di:
– Continuare a preservare l’edificio storico;
– Proteggerlo dalle ricorrenti piene del Po;
– Intraprendere nuove iniziative sportive e di svago sul fiume;
– Proseguire l’attività del ristorante e del bar.
Il resto dei debiti verso il Comune li pagheranno ovviamente con i redditi dell’attività. Lo sgombero esporrebbe gli immobili all’evidente rischio di atti vandalici o peggio a rischio di incendi che per un immobile storico totalmente in legno sarebbero irreparabili cui si aggiungerebbero, considerato l’avvicinarsi dei mesi primaverili, i danni catastrofici derivanti dalle inevitabili piene annuali del Po.
Pertanto, è indubbio che, in caso di sgombero, le sorti dell’Imbarco Perosino sarebbero del tutto incerte.