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Roberto Bava: Istituto del Vermouth è la casa di tutti

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Roberto Bava ha presentato ieri, al Museo del Risorgimento, l’Istituto del Vermouth di Torino. L’Associazione privata, nato con lo scopo di promuovere e tutelare la tradizione di questo prodotto, raccoglie 15 marchi.

A margine della presentazione, Roberto Bava si è intrattenuto con il sottoscritto per chiarire il post del 25 giugno (“Vermouth di Torino fra successi e voci fuori dal coro”) in cui si raccoglievano e riassumevano le posizioni degli scontenti del Disciplinare Vermouth di Torino IG.

Ringrazio il Presidente Bava per la disponibilità e riassumo quanto detto in colloquio:

Trebbiano o Cortese?: “Il Trebbiano è un’ottima base, e nella tradizione si è sempre utilizzato. Inoltre, il Disciplinare non vieta affatto di usare il Cortese. Ci sono prodottori che lo vogliono utilizzare? Liberi di farlo e di dichiararlo. Costruire una filiera agricola 100% piemontese è possibile e sarebbe un plus di posizionamento. Certo, l’importante è rimanere trasparenti e non fare solo operazioni di facciata”;

I Soci dell’Istituto?: “i Soci dell’Istituto sono Multinazionali ma anche produttori piccoli. Noi non rappresentiamo gli interessi dei colossi ma solo di un gruppo di persone che puntato sul Vermouth di Torino. L’Istituto è inoltre la casa di tutti, non abbiamo mai stoppato nessuno. Chiediamo però rispetto reciproco”;

La maggioranza vince?: “mi hanno sempre insegnato che in Democrazia alla fine vince la maggioranza. Il Disciplinare è stato un accordo democratico fra tutte le parti in causa. Se qualche produttore si oppone è un suo diritto, ma non per questo si può fermare tutta la macchina per vedere imposto il suo punto di vista”;

Made in Italy: “il Disciplinare è ben scritto e sarà il mezzo per difendere e promuovere una realtà locale ma pienamente italiana. E aiuterà sia le Multinazionali ma anche, e soprattutto, le piccole realtà”.

Istituto Vermouth di Torino.

Disciplinare Vermouth.



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Dario Ujetto

Da adolescente senza computer a quasi quarantenne googleiano DOC. Ovvero: come passare dalla lettura del giornale cartaceo, alla scrittura di un blog in meno di un nano secondo. Ma mi occupo anche di marketing, cibo, libri e comunicazione.

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