La notizia del Noma Copenaghen riconvertito in un wine bar outdoor e in un burger bar ha fatto già il giro del mondo. La trasformazione è la prima fase della ripartenza, prima dell’effettiva riapertura con i vecchi standard del Noma, così come sta accadendo per molti ristoranti e locali a Torino.
Il giardino del Noma e gli spazi adiacenti saranno un locale popolare, con due burger in menù e zero lista delle prenotazioni. Aperto a tutti, ovviamente nel rispetto delle regole.
Cosa dire di questa mossa di marketing?
Ancora una volta René Redzepi si conferma uno chef imprenditore e un attento uomo immagine. Nonché un visionario. La svolta del Noma è funzionale, ma anche strategica. Una lezione di management e branding da copiare e studiare attentamente. Possibile perché il brand del ristorante ha raggiunto una credibilità ormai globale ed è legato alla percezione di innovazione estrema. Quindi l’idea di un burger-bar a prezzi Pop non è avvertito come un “tradimento” del posizionamento, ma appunto come un’idea radicale.
In parole povere Renè Redzepi ha applicato il manuale dell’imprenditore ideale:
1. Immaginare il futuro;
2. Definire il percorso;
3. Agire con decisione;
4. Pensare Agile;
5. Non copiare da altri.
Lo ha fatto con umiltà, mettendo al centro il cliente e le sue paure. Una grande lezione.