Maria Lovisolo, la regina del Bue Grasso, ci ha lasciati. La notizia è appara sul profilo Facebook di Pier Ottavio Daniele.
Così l’aveva raccontata nel 2018 La Cucina Italiana:
“Questa è la cucina di una volta, i piatti sono sempre quelli”.
Risponde così Violetta, che in realtà si chiama Maria e a quasi 89 anni è ancora una garanzia ineguagliabile di qualità nel Monferrato.
Il nome dell’attuale Ristorante Violetta deriva (oltre che dalla bellezza del fiore) dall’antica fabbrica di carri che aveva insieme al marito Livio Lovisolo, proprio quei carri che portavano bigonci e fieno, poi sostituiti dai mezzi meccanici.
Così sessant’anni fa hanno lasciato quell’attività e (per nostra fortuna) si sono dati alla ristorazione, oggi con figlio Carlo e nuora in sala.
Con una cucina tutta al femminile, ogni piatto qui è preparato con una perfezione totale, con la massima cura e dedizione: dal modo di cucinare il bue grasso (che gli arriva direttamente dalla figlia Loredana, moglie di Vittorio della Macelleria Vittorio e Loredana), al vitello tonnato, fino agli agnolotti monferrini (da non confondere con quelli del plin) e alla finanziera, il suo cavallo di battaglia, con animelle, cervella e funghi.
Come ha imparato a cucinare così divinamente? Con la signora Elvira, quando andavano a cucinare nelle case, in occasione di feste e sposalizi, insomma una specie di prima forma di catering. In alternativa, le carni di Vittorio giungono fino alle case milanesi nelle mani della figlia Rossana che si è trasferita in città.
Ci troviamo tra Nizza e Canelli, in piena area Unesco: a Calamandrana – tra le colline del vino più belle e famose nel mondo.
E’ di Calamandrana il vino più apprezzato al mondo nel 2018 secondo l’autorevole rivista americana Wine Enthusiast: il Nizza docg di Michele Chiarlo.
Maria Lovisolo, la maestra “chisinera” è tra le ambasciatrici più prestigiose della cucina tradizionale del Piemonte. Nata il 30 maggio del 1930 e dal 1965 era al timone del ristorante che fondò con il marito Livio, costruttore dei robusti ed affidabili carri Violetta.
Ma insieme al marito Livio oltre cinquant’anni fa decise di abbandonare l’attività di costruzione di carri in legno per dedicarsi all’attività di ristorazione.
“Ne ho viste di cotte e di crude, ma la soddisfazione più grande la provo ad incontrare i clienti quando mi vengono a salutare in cucina, è sempre un piacere immenso vederli tornare ed apprezzare la nostra cucina, nostra, perché siamo una famiglia che si rimbocca le maniche e sa guardare avanti con ottimismo – grazie a Carlo, Silvana e Kathrin siamo riusciti a creare un ambiente armonioso che ci fa stare bene”.
La cucina da Violetta è delicata, raffinata e tradizionale – agnolotti, aspic di verdure, finanziera e semifreddo al torrone sono tra i suoi piatti più celebri, gustati e filmati da esperti ed appassionati di cucina provenienti da tutto il mondo.
Carlo Petrini ha inserito l’esperienza di Maria Lovisolo nella prestigiosa dispensa culturale de la Gente di Piemonte ed il ristorante è una meta immancabile per gli enoturisti e appassionati di cucina.
Il Ristorante Violetta prende il nome dall’annessa casa conosciuta anticamente come “Ca d’viuletta” dove venivano costruiti i carri agricoli (appunto nominati “violetta”). In principio il locale era un piccolo bar di borgata affiancato da un negozio di alimentari, gestito dalla famiglia Lovisolo.
Col passare del tempo, a poco a poco, chiuso il negozio, il bar viene trasformato in trattoria e in seguito nel grazioso locale attuale, dove potete assaggiare i gustosi piatti della cucina piemontese in tutta tranquillità.
Negli anni, il locale riceve diverse onorificenze in ambito culinario ed il primo premio al 15° Festival della Cucina Italiana e delle Regioni.