Lavazza si conferma un “cavallo di razza” del
Made in Italy.
E’ su tutti i giornali e i principali magazine online europei la notizia dell’offerta vincolante per l’acquisto del marchio francese
Carte Noire.
Carte Noire si traduce nel
20% del mercato francese del caffè (macinato, filtro, capsule) e in un balzo per Lavazza a
1,75miliardi€ di ricavi.
Si apprende che Lavazza investirebbe una cifra intorno agli
800milioni€, pari a 12 volte l’Ebitda di
Carte Noire. Prezzo caro ma operazione indispensabile in uno scenario competitivo in piena fase di concentrazione.
Interessante è studiare la direzione che sta imboccando la storica fabbrica torinese. Da sempre il nostro
blog è attento alle mosse della storica
Torrefazione torinese.
L’obiettivo dei 2 miliardi€ di ricavi annui posti da Antonio Baravalle per sopravvivere allacompetizione globale è raggiungibile.
Quello che appare migliorabile è la ripartizione dei ricavi per area geografica. Il 94% dei ricavi Lavazza è infatti concentrato dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente, Africa) e il resto fra Americhe e Sud-Est asiatico.
Gli analisti prevedono però che proprio il Sud-Est asiatico (APAC) sarà travolto da un aumento del consumo di caffè.
E in questo teatro Nestlè e Mondelez-MasterBlenders (leader globali) sono già presenti in forze.
Mentre
Lavazza sta completando un piano di investimenti di
180 milioni€ in Italia (produzione) l’obiettivo è fare il
70% del fatturato su mercati esteri.
Appare impossibile realizzare tale obiettivo solo con crescita organica, quindi aspettiamoci altre fusioni, acquisti e mergers.
In questa operazione
Lavazza si è praticamente autofinanziata, vendendo quote in
Keurig Green Mountain (
620 milioni€ incasso) e con liquidità propria.
Ma il finanziamento via Borsa Valori, in un settore a così alta competitività, si potrà ancora a lungo evitare?