Intelligenza Naturale, in contrapposizione con Intelligenza Artificiale, è il filo rosso che unisce tutti gli eventi della Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba.
Da oggi fino all’8 dicembre, e siamo arrivati alla novantaquattresima edizione, un singolo evento influenzerà l’economia enogastronomica di Alba e non solo. Intorno ad un prodotto identitario e diventato sinonimo di alta ristorazione, si è modellata una città per due mesi.
Alla corte del Tartufo bianco d’Alba arrivano ministri, Chef, gourmand da tutto il mondo. Al tubero bianco è stato dedicato anche un Museo. Nove settimane di eventi collaterali, show cooking con i nomi del territorio in fila, visite e aste prestigiose.
In quasi un secolo di vita, questo evento ha regalato ad alba uno strumento di marketing territoriale in grado di competere a livello globale. Inserendo Alba nella cartina dell’alta ristorazione e del turismo enogastronomico.
E il territorio, però, risponde presente ogni anno. Con una compattezza invidiabile (soprattutto per noi torinesi) e che travalica le contese partitiche e le rivalità personali. Il management della Fiera è lo stesso da anni, e supera ogni stagione.
Barolo e Barbaresco ai fianchi del Tartufo rinforzano l’offerta e il glamour, e nelle nove settimane dell’evento tutti giocano una partita cruciale per i propri fatturati annuali.
E l’evento non delude mai: popolare ed elegante, focalizzato sul territorio ma attrattivo per i turisti soprattutto internazionali. Molti altri eventi piemontesi dovrebbero andare a scuola ad Alba.
Il calendario completo della Fiera.