Terra Madre 2024 si è conclusa (non ce ne vogliano, ma è ora di eliminare la dizione Salone del Gusto) con un bilancio già pubblico e diffuso: in cinque giorni sono state oltre trecentomila le persone che hanno visitato gli stand provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, senza contare i sold-out registrati nella gran parte delle 250 conferenze, con 700 relatori internazionali.
Per la prima volta ho avuto la possibilità di vivere la manifestazione da dentro, in tutti i giorni della manifestazione. Nello stand della Camera di Commercio di Torino ho avuto la possibilità di intervistare cinquanta artigiane e artigiani legati al progetto Maestri del Gusto.
Tanti i PRO. Prima di tutto la location. Parco Dora rappresenta un luogo unico di Torino. Non lontano dal centro, già in periferia ma facilmente raggiungibile in macchina o pulman, con parcheggi comodi da Parco Dora e altre zone commerciali. Parco Dora è l’area verde per eccellenza della Spina 3, l’area di Torino che forse ha più margini potenziali di riqualificazione oltre a quelle già realizzate. Un ponte ideale fra centro e periferia, quindi ideale anche per i valori di Slow Food.
E con un bel tempo è il luogo ideale per Terra Madre. Ed è un’area già sottoposta a stress-test importanti come il Kappa Future Festival. Altro PRO l’entrata gratuita, che permette (nello spirito del Buono, Pulito e Giusto) di far entrare veramente tutti. Una bella festa.
Il miglioramento (rispetto a due anni fa) della situazione bagni e l’ampliamento degli spazi ha permesso flussi più regolari.
Altro punto di forza sono state le conferenze, le degustazioni (sia a Parco Dora che in città) sempre piene. Un coinvolgimento della città che non è stato forte prima dell’evento ma che poi durante i giorni di Terra Madre è cresciuto. Il coinvolgimento di ristoranti e luoghi del cibo in città ha creato una vetrina ideale per Torino.
Molti erano i turisti venuti per la manifestazione di Slow Food che si sono poi concessi un giro in città. Vale la pena ricordare i 450 volontari e gli oltre 300 soci Slow Food arrivati dalle Condotte in giro per l’Italia per animare gli stand regionali. Un valore aggiunto per il turismo cittadino.
Il grande PRO è stato proprio l’atmosfera della manifestazione in generale: con attività per tutte le tasche e le classi sociali. E la possibilità di incontrare presidi, artigiani e produttori non reperibili in altri momenti dell’anno.
Sicuramente i budget in contrazione non hanno permesso un maggiore apporto di operatori internazionali, ma il livello dei prodotti era alto.
Come tutte le manifestazioni, ci sono anche dei CONTRO: raccolti da feedback di pubblico ed opeatori. Primo grande CONTRO (dal punto di vista degli operatori) l’eccessivo affollamento nelle aree cucine di strada e street-food. Troppa offerta di fronte a costi cresciuti per gli spazi (10.000€ e 15.000€ in base ai moduli) hanno fatto lavorare alcuni operatori sotto stress e con il rischio di perdere soldi. Inoltre, troppe offerte di truck al ribasso, non hanno valorizzato alcuni operatori che hanno puntato su maggiore qualità ma prezzi più alti.
Anche sui bicchieri compostabili alcuni problemi, con la maggioranza degli operatori ligi ma alcuni birrifici che hanno distribuito bicchieri di plastica (meno cari e quindi con minori costi).
Ultima nota dolente anche i bivacchi: con molte persone che acquistavano dalla parte mercato e stand regionali cibarie e bevande per poi mangiarle in spazi non consoni. Sarebbe stato utile chiudere la parte stand regionali non a tarda sera, de facto entrando in concorrenza con gli operatori food presenti nel semi-anello esterno.
Da pensare per le prossime edizioni anche fontane d’acqua non a pagamento (San Bernardo permettendo) ed un progetto specifico sulla comunicazione degli stand.
Terra Madre 2024 ha rappresentato un grande evento per Torino, un luogo di incontro per una rete globale quale è Slow Food. Miglioramenti? Sempre possibili, ma rendiamoci conto che ogni evento nazionale o internazionale organizzato a Torino è, attualmente, grasso che cola per la città.
Logistica e forniture possono essere migliorate, ma l’attrattività e le vibrazioni dell’evento rappresentano un’unicità da preservare e sostenere.