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Guida I Ristoranti d’Italia 2017: critica alla critica

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La Guida I Ristoranti d’Italia 2017 (qui link) edita da L’Espresso è uscita. Tutti ne parlano, tutti commentano, tutti criticano. Regione per Regione si analizzano i nomi, si guardano i refusi.

Enzo Vizzari spiega qui i cambiamenti di quest’anno, su tutti l’introduzione dei Cappelli e la sostituzione dei giudizi a ventesimi.

I top Chef (cinque Cappelli) sono Massimiliano Alajmo, Massimo Bottura, Enrico Crippa, Niko Romito, Mauro Uliassi (qui poco da dire).

Ma scendiamo nell’arena Piemonte, la regione di cui scriviamo ogni giorno. Con la premessa che non vogliamo criticare la critica, ma partecipare al gioco delle opinioni. Questa i nomi dai cinque Cappelli ai due Cappelli della Guida I Ristoranti d’Italia 2017:

Piazza Duomo

Del Cambio
Villa Crespi

Combal.Zero
Antica Corona Reale – Da Renzo

Al Sorriso
All’Enoteca
La Ciau del Tornavento
Guido da Costigliole
Guido nella Villa Reale
Dolce Stil Novo alla Reggia
Hotel Alli Due Buoi Rossi
Hotel Cinzia – Christian e Manuel
Casa Vicina
Massimo Camia Ristorante
La Madernassa
Il Patio
Trattoria Zappatori.

Poco da obiettare su Crippa e il suo “Piazza Duomo”, ormai lo standard dell’eccellenza. L’attenzione si è accesa su Del Cambio di Matteo Baronetto, ristorante iconico di Torino riaperto da due anni. Merita i quattro Cappelli al pari di Villa Crespi e più di Combal.Zero? Agli esperti l’ardua sentenza.

Ma la bagarre si è aperta sulla lista di un Cappello. Le meritate new entry di Alessandro MeccaSpazio7 e di Ivan MilaniPiano35 (Chef e ristoranti ambiziosi) placano in parte lo stupore di vedere La Credenza di Igor Macchia e Giovanni Grasso nella stessa lista e non molto più in alto.

Personalmente il non vedere nella lista Marcello Trentini e il suo Magorabin è una scelta che non riesco a capire. Qualcuno ce la spiega?

Segnaliamo anche, fra le migliori eno-tavole dell’anno, il nostro Magazzino 52, (con Al Carroponte – Bergamo e Baldo Vino – Pisa).



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Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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