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FOOD BRANDS – IL PROBLEMA DELL’ITALIA

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Come ogni anno il gigante della consulenza InterBrand pubblica il suo report denominato “Best Global Brands”.
Attraverso una metodologia scientifica ed accurata (QUI la spiegazione) la società redige una classifica dei 100 migliori brand mondiali.
Gli unici italiani presenti sono Gucci, Prada e Ferrari.
Se scendiamo a livello di settore industriale food (food&beverage) registriamo CocaCola, Nescafè, Pepsi e Sprite.
Danone, Heinz e Nestlè sono inseriti nel settore consumer brands mentre sono presenti in classifica anche McDonald’s e Starbucks.
Mancano i brand italiani: Barilla e Ferrero, Autogrill, Lavazza, Illy, Eataly ecc. ecc.
Perchè? In parte perchè mancano la quotazione in borsa e quindi sufficienti dati finanziari pubblici (dalla classifica è fuori anche Walmart) per analizzare il valore del brand.
Dall’altra parte perchè il problema della rilevanza sui mercati globali è da sempre il problema numero uno di ogni azienda italiana, soprattutto alimentare.
Illy ha una gestione del brand da manuale ma non può certo competere a livello di fatturato con Nescafè mentre per Barilla e Ferrero mancano gli strumenti di misurazione del valore del brand da parte di soggetti terzi.
Interbrand non è un oracolo, ma è significativo registrare che nessun marchio alimentare italiano è nella sua Top100.


Dario Ujetto

Un professionista così efficiente che riesce a completare una settimana di lavoro in soli cinque giorni. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare le riunioni noiose in occasioni di team building involontario. Juventus e Vitello Tonnato le uniche cose che contano.

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